A circa una settimana dalla fine delle restrizioni Covid, con gente in strada e nei pub senza mascherine, Londra brinda alla sua strategia contro il dilagarsi del Coronavirus che si è dimostrata vincente grazie ad una campagna di vaccinazione a denti stretti e si concentra sul post Brexit.
Forte di questa prima grande vittoria, sanitaria e conseguentemente economica, il primo ministro Boris Johnson ha presentato al Parlamento inglese un documento dal titolo Global Britain in a competitive age. The Integrated Review of Security, Defence, Development and Foreign Policy in cui viene delineata la visione, gli interessi e gli strumenti del Regno Unito per il prossimo decennio nel post Brexit.
Post Brexit: la strategia di Londra
Per prima cosa, Londra vuole difendere i suoi interessi strategici nel mondo e quindi imperativo è la protezione dei propri cittadini con una dura lotta al terrorismo. In secondo luogo, la Gran Bretagna deve consolidare il suo status di “super potenza tecnologica e scientifica” e “confermare il ruolo di fornitore globale di servizi digitali e data hub” per il mondo.
Il Regno Unito vi si deve “adattare”, “rinforzando le parti dell’architettura globale sotto minaccia” e contribuendo a disegnare “l’ordine internazionale del futuro”, perché è evidente la precarietà dello status attuale.
Per questo la Gran Bretagna si deve muovere in sicurezza, indipendenza velocità ma assieme agli alleati e ai paesi che condividono gli stessi interessi e valori.
Uno degli obiettivi fondamentali della strategia post-Brexit di Londra riguarda il contrasto dell’espansione commerciale ed economica di Pechino, e la sua crescente influenza globale.
Fondamentale nella strategia della “Global Britain” anche il rapporto con gli Stati Uniti: in questo nuovo disegno Londra appare strategicamente complementare a Washington.
In un mondo dove regna il disordine e le sfide sono di diversa natura e provenienza, la sicurezza è un concetto che va affrontato complessivamente, “mettendo assieme difesa, diplomazia, sviluppo, intelligence, commercio e aspetti della politica interna” attraverso un’ azione multilaterale in cui al centro rimangono gli Stati Uniti e la Nato. Per questo Londra ha ancora bisogno del deterrente nucleare e delle sue basi e infrastrutture all’estero da Cipro, a Gibilterra, alla Germania; dall’Oman a Singapore passando dal Kenya.