NEW YORK (WSI) – La comunità finanziaria di Londra si spacca in due sul referendum se la Gran Bretagna debba rimanere o meno all’interno dell’Unione europea mentre negli ultimi giorni il risultato finale sembra dipendere sempre di più da quanto gli hedge fund siano disposti a spendere.
Secondo quanto ha riferito il Guardian e il Financial Times, oggi, nel gruppo dei sostenitori pro-Ue si sono aggiunti David Harding, fondatore di Winton Capital Management e John Armitage di Egerton Capital. Harding e Armitage sono i primi importanti gestori di hedge fund a prendere una posizione pro-UE.
Finora gli hedge fund britannici che ‘tifavano’ per la Brexit sembravano in maggioranza. Pochi giorni fa l’Independent aveva reso noto che due delle maggiori società del settore sostenevano la campagna che chiedono l’uscita della Gran Bretagna dall’Ue.
A questo proposito va ricordato che qualora infatti il Regno Unito non fosse più nell’Unione verrebbe meno anche il rispetto delle rigide normative comunitarie in materia finanziaria. Il quotidiano ha stimato che, in caso di uscita dall’Europa, cadrebbero molte delle restrizioni imposte dopo la crisi finanziaria del 2008, consentendo ai fondi di risparmiare qualcosa come 350 milioni di euro l’anno. Ma la City è spaccata sulla questione.
Se molte imprese, soprattutto medio-piccole, lamentano i regolamenti imposti da Bruxelles, altri temono che la Brexit possa alimentare l’incertezza. Il governatore della Bank of England, Mark Carney, ha detto che l’appartenenza all’Ue ha reso l’economia più dinamica, ma anche più vulnerabile alle scosse finanziarie del continente.