Padoan: un ministro complicato
Quando facevo il bancario ricordo una vecchia cliente, casalinga settantenne, pensionata INPS, titolare di una ingente disponibilità economica di svariati milioni di euro allocati sui diversi rapporti di conto corrente, dossier titoli, polizze assicurative, depositi nominativi o al portatore, certificati di deposito e non so che altro.
Il marito era un noto imprenditore che aveva l’abitudine, come spesso accade, di presentare i bilanci in perdita o se andava bene, in pareggio.
Per una linea di credito, una richiesta di affidamento necessaria per l’esercizio dell’attività economica, era solito rivolgersi alla moglie o, in qualche caso alla suocera per avere una garanzia fideiussoria.
Ho esordito raccontando questo episodio per dire che versare il contante su conti extra contabili da parte dell’imprenditore, senza scoprirlo adesso, rappresenta una delle modalità per sfuggire agli obblighi tributari.
L’altro canale di grandissima evasione fiscale, particolarmente utilizzato per la emissione ed annotazione di false fatture con la possibilità di registrare “costi fittizi”, la costituzione di fondi neri, la realizzazione di “frodi carosello” nelle operazioni di “import” o l’utilizzo improprio del plafond all’esportazione con le false dichiarazioni d’intento nell’export solo presunto, la corruzione nella pubblica amministrazione e la possibilità di fare tante altre cose che non si possono dire, è rappresentata dalle cc.dd.”partite IVA morte” considerate tali solo dall’amministrazione finanziaria, ma che nella realtà hanno sempre funzionato e continuano a funzionare alla grande[1].
Azione di contrasto messa in campo
È passato solo qualche giorno dall’allarme lanciato dalla Corte dei Conti che ha parlato dell’elevato grado di approssimazione e superficialità messo in campo dall’Amministrazione finanziaria, nell’insufficiente o parziale utilizzo della Banca dati dei conti correnti[2].
È una denuncia che seppure in ritardo visto che lo avevo detto già diversi anni prima, dice un’assoluta verità: la macchina pubblica – leggi l’Amministrazione finanziaria – è assolutamente incapace di gestire un patrimonio informativo di milioni di dati ed informazioni.
Quanto appena detto, ha trovato una ulteriore conferma in questi giorni con l’ulteriore blak out dell’Agenzia delle entrate che ha provveduto a diramare questo comunicato: “Il servizio web è temporaneamente sospeso. Restano attivi tutti gli altri canali di trasmissione. Ci scusiamo per l’inconveniente”.
In questo caso parliamo delle dichiarazioni fiscali del 1° semestre in scadenza il 28 settembre p.v. che per effetto dell’intervenuto blocco, sono state spostate al 5 ottobre prossimo.
Con questa esperienza disastrata, pensiamo ancora di riuscire a gestire in modo telematico milioni di informazioni anche sotto il profilo dell’attività di verifica e controllo?
Insomma, con queste premesse e perdurando questo modus operandi, se dovessi nominare un Presidente onorario nella prestigiosa U.C.A.S. – Ufficio Complicazioni Affari Semplici – certamente penserei al nostro amato Ministro dell’economia e delle finanze Pier Paolo Padoan: Presidente onorario dell’U.C.A.S a tempo indeterminato!
Per quando lo abbia cantato infinite volte non solo su queste pagine, stasera mi sento in vena e lo voglio ripetere per l’ennesima volta: combattere l’evasione fiscale è di una tale facilità che oso paragonarla all’Uovo di Colombo.
Padoan e le banche, una proposta operativa
Partiamo dal principio che le banche sanno tutto, in qualche caso addirittura troppo. Non è un caso se sul risparmio amministrato dal sistema creditizio, le stesse banche, svolgono la funzione di “sostituto d’imposta” per conto dell’Erario.
Cosa significa questo?
Significa che a fine anno, prima di corrispondere gli interessi alla clientela sul risparmio amministrato – sotto le diverse forme e modalità e in questo pensiamo alla signora settantenne titolare di una trentina di milioni di euro e beneficiaria di una pensione INPS al minimo – fa la ritenuta alla fonte a titolo di imposta che versa direttamente all’Erario.
La ritenuta di cui sto parlando, viene fatta ai risparmiatori tutti, titolari di disponibilità di ogni genere e natura presso quella determinata banca (prestanomi, casalinghe prive di redditi, suocere moribonde, amanti, ragionieri tutto fare, nullafacenti e nullatenenti etc.).
Se io Amministrazione finanziaria, destinataria a fine anno di dieci milioni di euro provenienti dalla Banca “pingo pallo”, quale somma complessiva della ritenuta operata sul risparmio dalla stessa amministrato, chiedessi una “legenda” dei nominativi ai quali è stata operata la quota parte della ritenuta, verrei a sapere, per esempio, che a Giovanni Falcone (faccio da cavia nell’esempio che vado a commentare) per l’intero anno 2016, è stata trattenuta la somma di 300 mila euro.
Io amministrazione finanziaria, invece di ricevere milioni di dati e informazioni (numero di conti correnti, depositi a risparmio, nominativi, saldi attivi, garanzie date o ricevute, bonifici in partenza e non so che accidenti ancora che servono solo per ingolfare il sistema per come ampiamente sperimentato), ho una sola informazione: la somma complessiva trattenuta al cliente Giovanni Falcone, per come abbiamo visto pari a 300 mila euro.
Sapendo che l’imposta sul risparmio amministrato è del 20%, con una semplice applicazione informatica (una volta l’avremmo chiamata “formula inversa”), conosco la giacenza media di Giovanni Falcone nell’annualità di riferimento: 2016.
Se io collego questa informazione al “codice fiscale” di Giovanni Falcone, posso sapere la “giacenza media” di GF sull’intero sistema creditizio posto che, posso avere dieci rapporti accesi contemporaneamente e con dieci banche diverse.
Analisi
Una volta verificato che Giovanni Falcone detiene una giacenza media di 10 milioni di euro, vado a fare una “Scheda economico sintetica” su questo cliente abbastanza danaroso, guardando:
- Attività economica esercitata o, se pensionato, l’attività che svolgeva in età lavorativa;
- Nucleo familiare, tenore di vita, ivi compreso investimenti immobiliari o comunque transazioni registrate;
- Redditi imponibili dichiarati;
- Moralità e conoscenza sulla piazza, anche con riferimento all’esistenza di eventuali pregiudizi penali o amministrativi;
- Eventuali prestanomi;
- Modalità di alimentazione dei rapporti (versamento di contante, bonifici – causali e provenienza etc.).
Percorsi semplici per obiettivi ambiziosi!
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[1] https://www.wallstreetitalia.com/padoan-iva-e-imposta-maggiormente-evasa/
[2] https://www.wallstreetitalia.com/evasione-fiscale-anagrafe-rapporti-di-conto-un-disastro-senza-precedenti/