Mancano poche ore per conoscere i dettagli delle proposte formali della Commissione europea contro il caro energia. L’annuncio avverrà domani, mercoledì 14 settembre, dopo l’adozione formale del collegio dei commissari che si riunirà oggi a Strasburgo e in occasione del “discorso sullo stato dell’Unione” che la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, terrà a Strasburgo davanti alla Plenaria dell’Europarlamento.
Entrando nel dettaglio delle misure, appare per ora cero che Bruxelles si appresterà a varare la prima parte del pacchetto sull’energia mettendo sul tavolo innanzitutto la riduzione della domanda elettrica, oltre alla tassazione sugli extra-profitti per le multinazionali dell’energia e al contributo di solidarietà da parte delle società che lavorano i combustili fossili.
Restano da parte, oltre a il tetto al prezzo del gas, anche le misure per l’iniezione di liquidità alle società che operano sul mercato energetico, sulle quali è necessaria una messa a punto per il coordinamento con lo schema europeo sugli aiuti di Stato. Il tetto generalizzato alle importazioni di gas, molto probabilmente, il convitato di pietra del vertice informale europeo di Praga di inizio ottobre, resta tutto da definire: sostenuto da una quindicina di Paesi Italia in testa, non incontra resistenze solo in Ue (da Germania e Olanda, innanzitutto) ma anche dai partner energetici di Bruxelles. Il premier norvegese Jonas Gahr Store, in una telefonata con von der Leyen, ha manifestato tutto il suo “scetticismo” sulla misura, che potrebbe incontrare la contrarietà anche di Algeria e Azerbaigian. E del loro gas, ora, l’Europa non può più farne a meno.
Taglio dei consumi di energia
Il taglio ai consumi sarà obbligatorio nel target ma non nella forma. In particolare, l‘Ue individuerà una cifra mensile di riduzione del consumo – che dovrebbe aggirarsi attorno al 10% ma la percentuale sarà oggetto di discussione fino all’ultimo – che ogni Paese dovrà rispettare. Il raffronto sarà fatto rispetto al medesimo mese di riferimento e sulla base di una media di consumi dei 5 anni precedenti al 1 novembre 2022.
Ma spetterà ai governi nazionali decidere in quali ore far scattare il taglio. Nella bozza della proposta si legge che “la riduzione obbligatoria “dovrebbe risultare” da un taglio operato “in 3-4 ore per giorno lavorativo in media, che normalmente corrispondono alle ore di picco dei consumi. Tale fascia – si legge ancora – può includere “anche la generazione di elettricità di fonti rinnovabili”. Nella scelta di queste ore gli Stati membri “hanno un margine di discrezionalità”, prevede la proposta.
Discrezionalità che si estende anche agli ambiti di applicabilità del taglio ai consumi. Ma con il pacchetto – che seguirà l’iter ex articolo 122 dei Trattati, che non richiede unanimità – per i cittadini europei usare due elettrodomestici in contemporanea in alcune ore della giornata potrebbe essere di fatto impossibile.
Tassa sugli extraprofitti
Per quanto riguarda la cosiddetta “windfall tax” (tassa sugli extra-profitti), quest’ultima avrà come cardine un limite obbligatorio ai ricavi degli operatori che producono energia da rinnovabili, nucleare e lignite, cioè diverse dal gas.
Il limite si applicherà ai ricavi per megawattora e sarà oggetto di discussione fino all’ultimo, anche se l’orientamento dei giorni scorsi era di fissarlo attorno ai 200 euro. Le eccedenze dei ricavi derivanti dall’applicazione del tetto al prezzo del gas dovranno essere ‘girate’ a cittadini e imprese “esposti a prezzi elevati dell’energia elettrica”, si legge nella bozza.