Economia

Disoccupazione, a luglio -73mila occupati. Stop al trend positivo

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Nel corso del mese di luglio, in Italia, cresce il tasso di disoccupazione, che sale al 7,6%, mentre quello giovanile scende al 22,1%. A segnalarlo è direttamente l’Istat, che ha comunicato i dati provvisori su occupati e disoccupati. Cresce il numero delle persone che cercano lavoro: +37mila unità, che corrispondono ad un +1,9%. Il tasso di occupazione scende al 61,3% (-0,2 punti).

Cresce la disoccupazione, i numeri ufficiali

Nel corso del mese di luglio 2023 diminuisce il numero degli occupati ed aumentano disoccupati ed inattivi. A segnalarlo ufficialmente è l’Istat, secondo la quale il calo dell’occupazione è stato pari ad un -0,3%, pari a -73mila unità, andando a coinvolgere direttamente uomini e donne, autonomi e dipendenti. A perdere il posto di lavoro sono principalmente le persone con un’età compresa tra i 25 ed i 49 anni. Il tasso di disoccupazione è sceso dello 0,2%, arrivando al 61,3%.

Cresce il numero delle persone che stano cercando lavoro: sono 37mila unità in più, ossia l’1,9% in più. Cercano lavoro sia uomini che donne, principalmente, se non unicamente, delle classi d’età centrali. Complessivamente il tasso di disoccupazione totale sale al 7,6% – è cresciuto di o,2 punti – mentre quello giovanile è sceso al 22,1%, ossia -0,2 punti. Il numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni sale (+0,1%, pari a +14mila unità) tra gli uomini e tra chi ha meno di 35 anni d’età. Il tasso di inattività è stabile al 33,5%.

Andando a confrontare il trimestre maggio-luglio 2023 con il periodo febbraio-aprile 2023, è possibile notare un aumento del livello di occupazione pari allo 0,5%, per un totale di 119mila occupati.

Le indicazioni fornite dall’Istat anche in questo caso risultano essere particolarmente precise. La crescita dell’occupazione, se osservata nel confronto trimestrale, deve essere associata alla diminuzione delle persone che stanno cercando lavoro (-3,2%, pari a -64mila unità) e degli inattivi (-0,5%, pari a -69mila unità). Ma non solo: nel corso del mese di luglio, il numero degli occupati supera quello dello stesso mese del 2022 dell’1,6%, con un incremento di 362mila unità. L’aumento coinvolge uomini, donne e tutte le classi d’età, ad eccezione dei 35-49enni per effetto della dinamica demografica negativa. Il tasso di occupazione, che nel complesso risulta essere in aumento di 1,1 punti percentuali, sale anche in questa classe di età (+1,0 punti) perché la diminuzione del numero di occupati 35-49enni è meno marcata di quella della corrispondente popolazione complessiva.

L’Istat ha commentato:

A luglio 2023, dopo sette mesi di crescita, l’occupazione diminuisce di 73 mila unità rispetto al mese precedente. Il numero degli occupati scende a 23milioni 513mila, pur rimanendo superiore di 362mila a quello di luglio 2022, per effetto dell’aumento dei dipendenti permanenti e degli autonomi che ha più che compensato la diminuzione dei dipendenti a termine. Su base mensile, il tasso di occupazione scende al 61,3%, quello di disoccupazione sale al 7,6% e il tasso inattività resta stabile al 33,5%.

Cosa succede in Europa

Dati aggiornati ad agosto, invece, per la disoccupazione nell’area euro. Secondo l’Eurostat, il tasso di disoccupazione destagionalizzato risulta essere pari al 6,4%, come era già avvenuto nel corso del mese luglio. Il dato ha confermato le attese degli analisti. Nell’intera Unione europea il tasso di disoccupazione risulta essere stabile al 5,9%.

Eurostat ha stimato che nel corso del mese di luglio 2023, all’interno dell’Ue ci fossero 12,928 milioni di persone disoccupate. Rispetto al mese di giugno 2023, è aumentata di 35mila unità la disoccupazione nell’Unione europea e 73mila unità all’interno dell’area euro.

Buone notizie, invece, rispetto al mese di luglio 2022: la disoccupazione risulta essere diminuita di 209mila unità nell’Unione europea e 264 mila unità nell’area euro.

Contrariamente alle attese della maggior parte degli osservatori e alle speranze dei consumatori, il tasso d’inflazione dell’eurozona non è sceso ad agosto, ma è rimasto al 5,3%. Anche il tasso core (cioè quello che esclude l’energia e gli alimenti) rimane ostinatamente alto, scendendo solo al 5,3% dal 5,5% del mese precedente, sull’inflazione dell’eurozona nel mese di agosto sull’inflazione dell’eurozona nel mese di agosto – spiega Martin Moryson, Chief Economist Europe DWS -. I prezzi dell’energia sono scesi di poco più del 3% rispetto a un anno fa, ma ciò è dovuto in gran parte all’effetto base. Complessivamente, l’energia è ancora più costosa di circa il 50% rispetto a prima della crisi. I prodotti alimentari sono cresciuti di poco meno del 10%, diventando così più cari di un quinto rispetto a prima della guerra in Ucraina.

La BCE è tuttavia preoccupata dal fatto che i servizi sono aumentati di circa il 5% e mezzo. Un fattore chiave è rappresentato dai salari. La domanda che la BCE si pone è se il rallentamento economico che stiamo vivendo sia già sufficiente a tenere sotto controllo i salari in futuro. I dati di oggi indicano che il via libera è tutt’altro che appropriato e rendono molto probabile un aumento dei tassi di interesse alla prossima riunione della BCE.