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L’ultimo orso a Wall Street: ecco perché lo S&P 500 rischia di affondare (e cosa potrebbe evitare il tracollo)

Mentre la Borsa Usa aggiorna i massimi storici, tra le banche d’affari, c’è chi si aspetta un cambio di marcia. E anche doloroso. Si tratta di Marko Kolanovic, noto strategist di JPMorgan, tra i pochissimi a vedere nero sulle prospettive dello S&P 500.

“Con valutazioni azionarie molto elevate, al momento non riteniamo che le azioni siano investimenti interessanti e non vediamo motivi per cambiare la nostra posizione”, ha ribadito Kolanovic in una nota di pochi giorni fa, spiegando che il benchmark rischia di scendere quest’anno a 4.200 punti, livelli che non si vedono da ottobre, e che implicano una correzione del 30% rispetti ai valori attuali.

Tutto questo mentre, ieri, in  una seduta in lieve rialzo a Wall Street, lo S&P 500 (5.487,03 punti) e il Nasdaq Composite (17.862,23 punti) hanno aggiornato i record grazie alla spinta delle Big Tech. E in particolare di Nvidia, diventata nel frattempo la società con maggiore capitalizzazione al mondo.

Cosa c’è dietro la view bearish

Pur riconoscendo che nell’ultimo anno, la sua view ribassista sulle azioni ha danneggiato la performance del suo portafoglio multi-asset, Kolanovic resta fermo nella sua convinzione che le prospettive dello S&P 500 siano tutt’altro che rosee. Questo per una serie di motivi, a partire dal fatto che la politica monetaria della FED rimarrà restrittiva anche per un po’. Non aiutano la debolezza dei consumi tra chi dispone di un reddito basso e agli alti livelli di incertezza geopolitica. Neanche l’Intelligenza artificiale – sottolinea l’esperto – salverà il mercato azionario.

“Non pensiamo che temi come i chip di intelligenza artificiale possano compensare tutte le sfide tradizionali del mercato che storicamente si sono scontrate con la fase rialzista”, ha spiegato Kolanovic, aggiungendo che “la nostra posizione prudente si basa sull’opinione che non ci sarà un re-rating delle azioni e che qualsiasi rialzo debba quindi provenire dalla crescita degli utili, che a nostro avviso non è sufficiente per assumere il rischio azionario”.

Per quanto riguarda gli utili, lo strategist di Jp Morgan di ritiene che, per soddisfare le attese del mercato, la crescita degli EPS del terzo e quarto trimestre dovrà accelerare del 16% rispetto al primo trimestre. Un evento che l’esperto ritiene “improbabile”. Kolanovic si aspetta che, nel 2024, gli utili dello S&P 500 si attesteranno a 225 dollari rispetto ai 221 dollari del 2023. Si tratta di una cifra ben al di sotto delle previsioni di Wall Street, che prevedevano un valore di 240 dollari per azione.

Cosa potrebbe evitare il tracollo

C’è tuttavia una situazione che, verificandosi, potrebbe evitare il sell-off, ovvero “che il settore tecnologico diventi in breve tempo un motore di crescita molto più grande per l’economia in generale”, ha affermato Kolanovic.

“Sebbene riteniamo che la tecnologia continuerà a essere il motore principale della crescita economica per gli anni a venire, non pensiamo che il suo impatto sui conti economici delle aziende sarà così profondo, e quindi rimaniamo cauti, aspettandoci che la crescita economica si indebolisca, che i titoli azionari subiscano una correzione e che gli investitori trovino un punto di ingresso migliore”, ha scritto Kolanovic.

Cosa pensano gli altri analisti

C’è da dire che la posizione ribassista di Kolanovic sul mercato azionario non è sempre stata così solitaria, ma recentemente anche i più pessimisti hanno cambiato opinione.  Tra questi Julian Emanuel, strategist di Evercore ISI, che lo scorso lunedì ha aumentato il suo obiettivo di prezzo per l’S&P 500 a 6.000 dal precedente obiettivo di 4.750.

Anche il CIO di Morgan Stanley Mike Wilson, che da tempo aveva una visione ribassista del mercato azionario, lo scorso mese è diventato rialzista, aumentando il suo obiettivo di prezzo per l’S&P 500 a 5.400 dal suo precedente obiettivo di 4.500.

Da notare, poi, che negli ultimi anni  Kolanovic, le cui previsioni sono molto seguite a Wall Street, è stato rialzista sulle azioni per gran parte del ribasso del 2022, per poi cambiare proprio in prossimità dei minimi raggiunti a metà ottobre 2022. Da quel momento, Kolanovic è rimasto costantemente ribassista sulle azioni per tutto il 2023 e il 2024, quando si è materializzato un rally di oltre il 40% per l’indice S&P 500.