Lyft batte sul tempo la rivale Uber e sbarca a Wall Street oggi. E lo fa con un bel balzo iniziale a due cifre per le sue azioni. La società di trasporti automobilistici privati californiana diventa così la prima della cosiddetta “gig economy” – di cui fa parte per esempio anche AirBnB – a raccogliere miliardi di dollari sul mercato.
Il gruppo si quota alla borsa di New York con una forbice di prezzo compresa tra i 70-72 dollari per azione, range aumentato dai 62-68 iniziali. La valutazione totale è compresa tra i 24 e i 25 miliardi di dollari. Nonostante il successo dell’esordio in Borsa, il gruppo ha riportato perdite pesanti di recente e ha ammesso che il suo futuro dipende dalla riuscita di una strategia precisa. Che prevede di sostituire i tassisti “umani” con le auto a guida autonoma.
I titoli della seconda maggiore azienda del settore dei tassisti privati dopo Uber hanno registrato un progresso del 20% circa a quota 85,48 dollari intorno alle 17 ora italiana, le 12 a New York. L’operazione ha fruttato a Logan Green e John Zimmer, che hanno fondato Lyft nel 2012, un bel guadagno. Ai due fanno ora capo quote pari a $800 milioni e $600 milioni, rispettivamente, stando ai calcoli dell’indice Bloomberg Billionaires.
Euforia IPO Lyft: quota fondatori sale a $1,4 miliardi
In seguito ai risultati dello sbarco in Borsa, la quota dei fondatori del gruppo sale a 1,4 miliardi di dollari. Tra gli investitori del gruppo californiano figura, come riporta Il Sole 24 Ore, anche un italiano, tale Luca Rancilio, che nel competitor di Uber ha messo ben un milione di dollari.
“Andai da Brian Roberts, Cfo di Lyft per la due diligence“, racconta Rancilio. “Mi disse: nel 2025 i millennial non compreranno più l’auto. Per la mia generazione l’auto è sempre stata uno status symbol. Mi sono sentito vecchio, ma ho capito che lì c’era valore”.
“Ci abbiamo messo un milione di dollari. L’azienda nel 2015 valeva 3,8 miliardi di dollari, oggi è stimata tra 20-25 miliardi e io Brian siamo diventati buoni amici”.