ROMA (WSI) – E’ chiaro che io voterei per l’uscita. Così il candidato premier del Movimento Cinque Stelle Luigi Di Maio torna sul referendum dell’euro nel corso di un’intervista a La7.
“Se si dovesse arrivare al referendum, che però io considero una ‘extrema ratio‘, è chiaro che io voterei per l’uscita, perché significherebbe che l’Europa non ci ha ascoltato. Ma io vedo oggi un’opportunità dall’Europa”.
In merito poi alle elezioni in programma a marzo – l’annuncio della data del 4 marzo aveva allertato i mercati e venerdì lo spread BTp/Bund ha segnato i massimi da ottobre scorso (152 punti), mentre oggi scende a 149 punti base con il rendimento dei decennali italiani che pero’ resta all’1,8% – Di Maio apre ad alleanze.
“Se dovessimo ottenere il 40%, potremmo governare da soli. Se non dovessimo farcela, la sera delle elezioni faremo un appello pubblico alle altre forze politiche che sono entrate in Parlamento presentando il nostro programma e la nostra squadra. E governeremo con chi ci sta. (…) Mi terrorizza la prospettiva di un Gentiloni bis di breve durata come ha proposto Berlusconi. La nostra squadra di governo sarà patrimonio del Paese non del Movimento 5 stelle (…) l’unica possibilità per gli altri partiti è quella di sostenere un governo 5 stelle. Questa legge elettorale era stata progettata per far mettere insieme Pd e Forza Italia. Oggi il Pd è al 20%, Forza Italia al 15%. L’incastro è impossibile. L’unica occasione di stabilità siamo noi. O sostengono noi o si torna a votare. Decideranno in fretta. Perché faremo un appello a tutti la sera delle elezioni e chiederemo cosa vogliono fare”.
Dal canto suo Matteo Renzi al Corriere non nasconde le difficoltà che sta incontrando il Partito democratico e la sua perdita di consensi.
“È evidente che il mio consenso personale non è più quello del 2014 e da maggio ad oggi il Pd ha perso quasi sette punti”.
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