“I dati delle ultime settimane confermano che la Bce e le banche italiane hanno rallentato se non sospeso l’acquisto di Btp sul mercato italiano contribuendo all’aumento dello spread. Domani c’è un’asta da 7 miliardi. Chi li comprerà? Le banche italiane che non hanno più liquidità?”: così la stretta collaboratrice di Luigi Di Maio, Laura Castelli, nel tentativo di rispedire al mittente le accuse per le quali lo stallo politico abbia spaventato i risparmiatori. Secondo quanto afferma Castelli all’Huffington Post, infatti, l’impennata dello spread, che aveva abbondantemente superato quota 300 dopo l’incarico a Cottarelli, sarebbe collegato a “un Quantitative Easing che si va indebolendo proprio nel momento in cui dovrebbe essere rinforzato per mettere in sicurezza la stabilità dell’Eurozona”.
Interrogato da Bloomberg, il managing director di BlackRock, Scott Thiel, ha dato un’interpretazione diversa: sarebbero stati i bassi volumi di trading a giustificare i movimenti “straordinari” dello spread.
“Il mercato obbligazionario italiano sta riflettendo uno spostamento maggiore per via delle preoccupazioni sul rischio di ridenominazione [uscita dall’euro Ndr.]”, ha affermato Chris Chapman, portfolio manager di Manulife Asset Management, “il tutto è stato probabilmente esacerbato da una liquidità sottile”.
Nel frattempo, fonti della Bce hanno dichiarato a Reuters che, se non altro, non interverranno con aiuti aggiuntivi sul debito italiano, di fatto lasciando invariata la quota prevista nel programma di acquisti: “Nessuna banca centrale agirebbe sulla base di eventi di pochi giorni”, ha dichiarato una fonte dell’Eurotower. Le aste di liquidità della Bce non hanno mostrato alcun segno di diminuzione della domanda da parte delle banche: “Non siamo ancora in una fase in cui bisogna iniziare a preoccupardi dei depositi bancari e spero che non ci arriveremo mai”, ha detto un’altra fonte.