ROMA (WSI) – Sono pronto a fare il presidente del Consiglio ma non a tutti i costi. Così il leader della Lega Nord Matteo Salvini parlando a margine del Consiglio comunale di Milano.
“Io sono pronto a fare il premier ma non porto via il pallone dal campo del calcetto (…) Sono pronto e farò di tutto per portare un programma e una squadra votata dai italiani al governo. Detto questo, vedremo nelle prossime settimane (…) L’unica maggioranza che tendo a vedere come improbabile è quella che abbia il Pd della Boschi e di Renzi al governo”.
Dopo l’accordo sulle presidenze della Camera, M5s e Lega tentano di trovare un’intesa sulla Presidenza del Consiglio partendo da un dato di fatto: chi farà il premier avrà meno ministeri di peso. In realtà sembra che Salvini ai suoi dica un’altra versione:
“Il governo non sarà guidato né da me né da Di Maio. Fidatevi, finirà così”.
Dal canto suo Luigi Di Maio, sempre come rende noto il quotidiano torinese, offre il suo compromesso a Salvini:
“Siamo pronti ad offrirgli i ministeri più importanti. In cambio: o faccio io il premier o non se ne fa nulla”.
Proprio sul tema dicasteri Luigi Di Maio, come scrive La Stampa, vorrebbe che ci siano triangoli ministeriali inscindibili come Interno, Difesa ed estri da una parte ed Economia, Lavoro e Sviluppo dall’altra.
Da qui inizia il toto-ministri. In casa Cinque Stelle dopo l’abbandono dell’idea di mettere la criminologa Paola Giannetakis all’Interno, c’è la convinzione che la poltrona potrebbe passare a Salvini. Per l’Economia, Lavoro e Sviluppo economico, Di Maio potrebbe fare i nomi di Andrea Roventini, Pasquale Tridico e Lorenzo Fioramonti, mentre la Lega vorrebbe al Tesoro Giancarlo Giorgetti, al Lavoro Renato Brunetta e allo Sviluppo economico Alberto Bagnai o Claudio Borghi. Riccardo Fraccaro del M5s potrebbe andare al ministero dei Rapporti con il Parlamento e Alfonso Bonafede alla Giustizia ma il nome della leghista Giulia Bongiorno è anche nell’aria.