ROMA (WSI) – La voce gira negli ambienti politici romani: Antonio Padellaro, direttore e co-fondatore de Il Fatto Quotidiano, sara’ nel gruppo di punta dei candidati del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo alle prossime elezioni politiche europee di maggio. Una conferma, se ce ne fosse bisogno, della linea editoriale grillina del quotidiano romano, l’unico in Italia che non riceve contributi all’editoria o sussidi pubblici. Padellaro – che ha passato i 70 anni – rimarra’ azionista della societa’ editrice (vedi sotto). Marco Travaglio, attualmente vice-direttore del Fatto, a quanto pare non ha alcuna voglia di fare il direttore (gli piace scrivere e odia il desk), ruolo che quasi sicuramente spettera’ a Peter Gomez, attuale direttore del sito web ilfattoquotidiano.it.
Ecco come si raccontano loro, nelle biografie pubblicate sulle pagine del sito:
Antonio Padellaro
Giornalista professionista dal 1968, sono stato responsabile della redazione romana del Corriere della sera, vicedirettore de L’Espresso, direttore de L’Unità e, dall’estate 2009, direttore de Il Fatto Quotidiano. Ho scritto libri (Non aprite agli assassini, Senza cuore e, di recente, Io gioco pulito), ho sempre tifato Roma, mi sono sempre battuto per la libertà di stampa. E continuerò a farlo.
Peter Gomez
Co-fondatore de Il Fatto Quotidiano e direttore de Il Fatto Quotidiano. Dopo la scuola di giornalismo inizia a lavorare all’Arena di Verona. Nel 1986 approda al giornale di Montanelli per poi passare a La Voce. Dal 1996 è all’Espresso, dove si è occupato come inviato di tutti i più importanti casi di corruzione politica, giudiziaria e molto di mafia. È nato a New York nel 1963, tifa per l’Inter e se fosse stato abbastanza bravo avrebbe voluto fare il giocatore di basket. Collaboratore di Micromega ha scritto una quindicina di saggi. Prima o poi proverà a pubblicare un romanzo.
Marco Travaglio
Marco Travaglio ha lavorato con Indro Montanelli, prima a «il Giornale» e poi a «La Voce». Ha collaborato con diverse testate, fra cui «Sette», «Cuore», «Il Messaggero», «Il Giorno», «L’Indipendente», «Il Borghese», «la Repubblica» e «l’Unità». Oggi, oltre a collaborare con «l’Espresso», «MicroMega», «A» e con Servizio pubblico di Michele Santoro, è vicedirettore de «il Fatto Quotidiano», che ha contribuito a fondare nel 2009.
Dopo il successo di Promemoria e Anestesia totale è in scena nei teatri italiani con E’ Stato la mafia, insieme a Isabella Ferrari.
È autore di molti libri di successo, tra i quali: L’odore dei soldi (con Elio Veltri, Editori Riuniti 2001), Regime (con Peter Gomez, Rizzoli-Bur 2004), Per chi suona la banana (Garzanti 2008), Colti sul fatto (Garzanti 2010). Per Chiarelettere ha pubblicato: “Mani sporche” (con Pter Gomez e Gianni Barbacetto, 2007), “Se li conosci li eviti” (con Peter Gomez, 2008), “Il bavaglio” (con Peter Gomez e Marco Lillo, 2008), “Italia Annozero”, (con Vauro e Beatrice Borromeo, 2009), “Papi. Uno scandalo politico”, (con Peter Gomez e Marco Lillo, 2009), “Ad personam” (2010), “Silenzio, si ruba (dvd+libro, 2011)”, “Mani pulite. La vera storia vent’anni dopo” (con Gianni Barbacetto e Peter Gomez, 2012)
Infine ecco le informazioni di Wikipedia sulla casa editrice:
[ARTICLEIMAGE] Il quotidiano è edito dalla Editoriale Il Fatto S.p.A., una società per azioni priva di azionista di controllo. Il presidente è Antonio Padellaro, l’amministratore delegato è Cinzia Monteverdi. Il consiglio di amministrazione è composto da Luca D’Aprile, Carlo Degli Esposti, Peter Gomez, Marco Tarò e Marco Travaglio.
Dal 20 settembre 2011 la società editrice è socio al 17,58% del programma televisivo di Michele Santoro Servizio pubblico.
Statuto
Lo statuto della società prevede che il capitale sociale (2.460.000 euro al 14 maggio 2012) sia suddiviso in tre tipi di azioni:
Categoria A, destinata agli azionisti imprenditori
Categoria B, destinata agli azionisti operatori (giornalisti redattori)
Azioni speciali (non ancora emesse), destinate a lettori e abbonati
Lo statuto della società prevede l’impossibilità di avere un azionista di controllo, in quanto nessun socio può eccedere la quota massima del 16,67% del capitale sociale. Inoltre gli azionisti imprenditori (categoria A) non possono detenere in totale più del 70% del capitale. Questo impone che per le delibere più rilevanti non si possa prescindere dall’assenso dei giornalisti (Categoria B), è necessaria infatti una maggioranza qualificata del 70% più uno per decisioni riguardanti ad esempio la linea editoriale o la nomina del direttore di redazione.
Azionariato
Al 17 dicembre 2013, il capitale sociale di 2.460.000 euro è ripartito tra i seguenti azionisti:
Categoria A
Francesco Aliberti 12,26%
Chiarelettere 16,26%
Edima 16,26% (Maria Angela Iozzi (33,33%) Mario Cesetti (28,33), Enrico Paniccià (28,33), Luca D’Aprile (10%))
Cinzia Monteverdi 16,26%
Grafica Veneta spa 4%
Categoria B
Antonio Padellaro 16,26%
Bruno Tinti 8,13%
Marco Travaglio 4,88%
Peter Gomez 3,25%
Marco Lillo 2,44%