ROMA (WSI) – Un po’ come succede in questi giorni a Hillary Clinton nella corsa alle primarie del partito Democratico in Usa che fanno da apripista alle elezioni Usa di novembre, anche i partiti storici in Italia dovrebbero avere paura dell’ondata di voti anti-establishment dei più giovani.
Nonostante la veneranda età, per le prese di posizione contro Wall Street e per quelle a favore di una riduzione del gap tra ricchi e poveri il rivale di Clinton Bernie Sanders riesce ad attirare grandi consensi tra i 20enni e i 30enni, al contrario dell’ex Segretario di Stato ed ex First Lady, che viene associata chiaramente all’élite politica che è stata al governo degli Stati Uniti negli anni scorsi.
Allo stesso modo di Sanders, il Movimento 5 Stelle – già una forza stabilmente affermata in italia con il 27% delle preferenze (percentuale che le vale il secondo posto cinque punti dietro al PD) – può contare sull’appoggio degli elettori che sono meno avanti con l’età.
Secondo gli ultimi dati di Demopolis, con la legge elettorale dell’Italicum la forza politica fondata da Beppe Grillo andrebbe oggi al ballottaggio con il partito del premier. E grazie ai voti degli elettori leghisti e di chi magari non è andato alle urne al primo turno, il M5S rischierebbe di vincere al secondo turno e salire al governo.
Particolarmente significativa, dice Demopolis in un comunicato, “appare la forza nel segmento più giovane dell’elettorato” del M5S (vedi grafico in fondo).
“Se si votasse oggi per le Politiche – spiega il direttore dell’Istituto Demopolis Pietro Vento – il Movimento 5 Stelle (M5S) risulterebbe, con il 40%, la lista più votata tra chi in Italia ha meno di 45 anni. Molto più debole, al 15%, appare invece il consenso al M5S tra quanti hanno superato i 64 anni”.
Sono numeri che non dovrebbero fare dormire sonni tranquilli al premier Matteo Renzi e che spiegano forse in parte il motivo per cui il leader di governo, che di elezioni nazionali non ne ha mani vinte, affermandosi nelle primarie del suo partito e in quelle europee, stia effettuando una virata ‘populista’ ultimamente.
Per non essere da meno al M5S, euroscettico fin dalla sua nascita, Renzi sta cercando di far valere – a parole per lo meno – la posizione dell’Italia in Europa in materie come la flessibilità di bilancio e l’immigrazione.