ROMA (WSI) – Sulla decurtazione dell’indennità a 5mila euro lordi i parlamentari M5S sono stati d’accordo fin dall’inizio. Ma sulla diaria e su tutti i rimborsi forfettari delle spese accessorie (che ammomtano complessivamente a oltre 8mila euro), tra i grillini la spaccatura è netta: da un lato la linea Grillo-Casaleggio (rimborso delle spese rendicontate e destinazione di tutta la parte eccedente al “fondo di solidarietà”), dall’altro il principio di libera scelta, così riassumibile: la rinuncia a quella quota di spese non sostenute ma comunque rimborsate dallo stato deve essere a discrezione del singolo parlamentare.
Il retroscena è raccontato questa mattina dal quotidiano “La Repubblica”, secondo cui nel weekend i 163 deputati e senatori 5 Stelle hanno partecipato a un sondaggio per capiure come comportarsi, appunto, con la diaria. Secondo Repubblica il risultato, a ieri pomeriggio, era tutt’altro che unanime: avrebbero votato in 132 su 163. E il 48% vuole che le diarie vengano mantenute, con l’obbligo di rendicontare, sì, ma senza dovere restituire per forza la parte eccedente.
Ma cosa dice il codice di comportamento degli eletti? Alla voce “trattamento economico” si legge: “L’indennità parlamentare percepita dovrà essere di 5 mila euro lordi mensili, il residuo dovrà essere restituito allo Stato insieme all’assegno di solidarietà (detto anche di fine mandato). I parlamentari avranno comunque diritto a ogni altra voce di rimborso tra cui diaria a titolo di rimborso delle spese a Roma, rimborso delle spese per l’esercizio del mandato, benefit per le spese di trasporto e di viaggio, somma forfettaria annua per spese telefoniche e trattamento pensionistico con sistema di calcolo contributivo”.
Il dibattito, quindi, si è acceso sulla differenza tra le spese riconosciute come forfettarie e quelle effettivamente sostenute. A proposito dell’eccedenza rispetto alle spese rendicontate, Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, in una mail agli eletti, hanno chiesto di destinare la somma, appunto, al fondo di solidarietà.
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