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Macron insiste sui coronabond: senza soluzioni comuni vinceranno i populisti

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L’impatto della crisi portata dal coronavirus potrebbe essere così forte che, nel caso l’Unione Europea dovesse fallire nel dare una risposta comune convincente, il fronte dei partiti populisti avrebbero i mano gli argomenti più più forti di sempre. E dunque dare il colpo di grazia a ogni futura ambizione di percorso unitario.
Ne è convinto il presidente francese, Emmanuel Macron, intervenuto in una lunga intervista sul Financial Times.

Siamo in un momento della verità, in cui dobbiamo decidere se l’Unione europea è un progetto politico o solo un progetto di mercato”, ha dichiarato Macron, “io penso che sia un progetto politico […] Abbiamo bisogno di trasferimenti finanziari e solidarietà, se non altro per far sì che l’Europa tenga duro“.

Macron, battendo il tavolo, ha sottolineato al quotidiano britannico che che l’unione monetaria sarà nuovamente in pericolo se i membri più ricchi dell’Eurozona, come l’Olanda e la Germania, non mostreranno maggiore solidarietà verso i Paesi più colpiti dalla pandemia. Questa solidarietà, viene chiarito esplicitamente, dovrebbe prendere la forma di aiuti finanziari attraverso emissioni di debito comune – in altre parole, quella dei coronabond.
Il tema, lo ricordiamo, resta ancora oggetto di ulteriori confronti a livello Ue: il prossimo appuntamento sarà nel prossimo Consiglio europeo che si terrà il 23 aprile. Un fallimento nell’approvazione degli aiuti finanziari ai Paesi più in difficoltà, ha aggiunto Macron, aiuterà le vittorie dei populisti in Italia, Spagna, forse Francia e altrove.

Fallire nella solidarietà Ue rafforzerà i nazionalismi

Il presidente francese immagina già lucidamente quali saranno gli argomenti sui quali i nazionalisti potranno imperniare le proprie campagne: “La gente dirà: ‘Che cos’è mai questo grande viaggio che voi [l’Ue] ci state offrendo? Queste persone non vi proteggeranno in durante la crisi, né in seguito, perché non hanno solidarietà con voi’”.

E ancora, dice Macron parlando con la bocca dei populisti: “Quando arrivano gli immigrati nel vostro paese, ti dicono di tenerli. Quando hai un’epidemia, ti dicono di affrontarla.
Oh, sono davvero carini. Sono a favore dell’Europa quando ciò significa esportare per te i beni che producono. Sono destinati all’Europa quando ciò significa prendere la tua forza lavoro per produrre le componenti di automobili che noi non facciamo più a casa. Ma non sono per l’Europa quando ciò significa condividere degli oneri”.

Il trauma del coronavirus, è la speranza del presidente francese, potrebbe dare lo stimolo decisivo a soluzioni comuni e multilaterali su sfide quali i disastri ambientali, le diseguaglianze sociali e nel rimettere al centro la vita umana rispetto alla crescita economica. Macron, tuttavia, è consapevole del fatto che potrebbe accadere anche l’esatto contrario e che questa prova senza precedenti apra la porta a chiusure ed atteggiamenti autoritari, come quello già osservato nell’Ungheria di Orban.

“Anche eurobond prevedono condizioni”

Nel frattempo un monito sulle implicazioni di una eventuale istituzione degli Eurobond è arrivato dall’ex membro del consiglio direttivo Bce, Lorenzo Bini Smaghi: “Babbo Natale non esiste. E sorprende che i nostri politici non ne siano al corrente o se ne siano resi conto da poco. I fondi emessi a livello europeo, con garanzie europee, finanziano iniziative europee, cioè decise in comune a livello europeo.
Non servono per finanziare il bilancio pubblico italiano”, ha detto Bini Smaghi alla Stampa, “gli Eurobond servono ad esempio per un piano di investimenti comuni per sostenere la ripresa dell’ economia europea dopo la crisi”.