La Francia propone un reddito universale di attività da finanziare entro il 2020. Ad annunciarlo il presidente francese Emmanuel Macron illustrando il nuovo piano anti-povertà che punta a garantire che tutti i cittadini francesi possano vivere degnamente.
Nella sostanza il reddito universale di Macron è una fusione di tre sussidi esistenti: Revenu de Solidarité Active (Rsa il reddito minimo garantito destinato a chi non lavora e non ha più diritto ai sussidi di disoccupazione, pari attualmente a 550,93 euro), le Apl (Aide personnalisée au logement) e la Prime d’Activité.
“Il reddito universale d’attività sarà uno strumento semplice, equo e trasparente. Metteremo insieme il maggior numero di prestazioni sociali affinché si possa finalmente fornire una risposta unica per garantire che la gente viva degnamente (…) sarà un contratto di impegno e di responsabilità reciproca e sarà accompagnato da “diritti e doveri ulteriori”. Ogni destinatario si iscriverà a un “percorso di inserimento in cui sarà impossibile rifiutare più di due offerte di lavoro ragionevoli”.
Per combattere la povertà in Francia – secondo l’Insee nel paese vivono 8,8 milioni di poveri – il capo dell’Eliseo lancia un piano da 8 miliardi in quattro anni in cui le principali misure riguardano oltre al reddito universale, l’infanzia e l’accesso all’occupazione. Due i pilasti fondamentali: l’obbligo scolastico fino a 18 anni e il reinserimento nel mercato del lavoro per i giovani e non solo. In particolare Macron vuole “accesso universale” alla mensa per i bambini più svantaggiati “prevedendo pasti a un euro” nelle piccole città e nei quartieri più svantaggiati del Paese.
Per Marine Le Pen, il presidente si interessa molto tardi al problema della povertà.
“Finora ha fatto soprattutto molti regali fiscali ai ricchi”.
In Italia.plaude all’iniziativa del presidente francese il ministro Di Maio
“Sono contento che Macron abbia deciso di seguire la linea del Movimento 5 Stelle”.
Nel PD è senatore Edoardo Patriarca che gli risponde:
“Sta copiando il nostro Rei, non certo il reddito di cittadinanza che nessuno sa cosa è e nemmeno come sarà finanziato”.