John Russo e Jay Rutland hanno ridefinito il mercato dell’arte contemporanea con cinque gallerie divise fra Londra, Gstaad e Los Angeles
Nata nel 2015, la Maddox Gallery oggi conta cinque gallerie: tre a Londra, una a Gstaad e una a Los Angeles. In meno di sei anni, John Russo e Jay Rutland, rispettivamente CEO e direttore creativo di Maddox, hanno ridefinito il mercato dell’arte contemporanea: Maddox non è solo una galleria, è un brand di lusso che vende arte. Il brillante duo parla in esclusiva a Wall Street Italia.
King Smiling in the Rose Gardens di Bradley Theodore alla Maddox Gallery in Maddox Street, Londra
Se doveste descrivere Maddox Gallery in tre parole, quali sarebbero?
Jay Rutland: “La prima parola che mi viene in mente è ‘dirompente’. Da quando abbiamo aperto la galleria, il nostro modus operandi è sempre stato quello di essere dirompenti”.
John Russo: “Siamo determinati, decisi e leader nel mercato. Abbiamo ideato un nuovo modello di business”.
Il viaggio di Maddox Gallery è iniziato nel 2015… Come è cresciuta l’attività nel tempo?
Jay Rutland: “Abbiamo cominciato sei anni fa con un paio di artisti. Oggi rappresentiamo talenti apprezzati da collezionisti in tutto il mondo. È stato per noi un vero processo di apprendimento. Le mostre che abbiamo in programma quest’anno includono i Miaz Brothers, Jerkface, i fratelli Connor, così come David Yarrow, Joseph Klibansky, Justin Bower e Mikael B. Ogni mostra presenterà delle opere d’arte che amo e che collezionerei personalmente”.
John Russo e Jay Rutland, rispettivamente CEO e direttore creativo di Maddox Gallery
Come scegliete i vostri artisti?
Jay Rutland: “Nel mio ruolo di direttore creativo faccio ricerca e instauro il primo contatto. In un mondo normale, John e io incontreremmo gli artisti di persona, oggi invece facciamo moltissime zoom call. Inizialmente capiamo che tipo di artisti sono, quali sono i loro obiettivi e le loro aspirazioni per il futuro. Poi andiamo a vedere di persona il loro lavoro. Infine, parliamo con gli artisti della possibilità di esporre i loro lavori in una mostra. Incontrare per la prima volta nuovi talenti è molto stimolante, vedere un’artista all’opera nel suo studio è un’esperienza speciale”.
La Maddox Gallery non è una semplice galleria, ma un brand di lusso che vende arte. Qual è la differenza?
John Russo: “Maddox Gallery ha trasformato la galleria d’arte in un’esperienza di lusso. Vogliamo educare, informare ed emozionare i nostri clienti. Per noi quello che conta è l’esperienza che c’è dietro all’acquisto di un’opera. Quando si tratta di comprare e vendere arte, abbiamo dei clienti che si affidano solo ed esclusivamente a noi. Questo perché Maddox li fa sentire a casa: da quando vengono in galleria per la prima volta e parlano con uno dei nostri consulenti d’arte alla consegna dell’opera. Siamo un brand di lusso che vende arte perché offriamo ai nostri clienti un’esperienza a 360 gradi”.
Gli spazi della Maddox Gallery in Maddox Street con opere dell’artista Brendan Murphy
Come si trasforma una passione in un business globale e di successo?
John Russo: “Trasformare il business in un’impresa globale, con un turnover eccezionale nonostante la pandemia, si riduce all’attenzione e alla cura per i dettagli. Esaminiamo ogni aspetto del business per assicurarci che tutto venga eseguito nel miglior modo possibile e anche quando le cose vengono fatte in modo eccellente pensiamo sempre a quello che potremmo fare per migliorare”.
Come è iniziato tutto?
Jay Rutland: “Abbiamo sempre avuto una passione per l’arte, personalmente ho cominciato a collezionare opere quando avevo vent’anni. Mio cognato era un collezionista di Banksy e nel tempo mi ha trasmesso questa sua passione. Tutto ha avuto inizio quando ho comprato la mia prima stampa di Banksy. Poi ho realizzato che questa passione poteva diventare un business a tutti gli effetti. Quando abbiamo aperto la prima galleria nel 2015 nessuno si aspettava che ce ne sarebbero state cinque nel 2021. Nei primi tre anni abbiamo corso moltissimo: abbiamo aperto la galleria in Maddox Street a Londra, un anno dopo quella a Shepherd Market e poi a Westbourne Grove. A queste sono seguite le gallerie di Gstaad e Los Angeles”.
Maddox Gallery ha anche un settore dedicato alla Art Advisory. Come funziona e quali sono i suggerimenti per chi vuole investire nell’arte contemporanea per la prima volta?
John Russo: “Il nostro Art Advisory aiuta i clienti che vogliono ampliare la loro collezione d’arte e creare un portfolio importante. La regola numero uno è che si deve amare davvero l’opera che si acquista, perché a differenza di titoli e azioni, l’arte è qualcosa di concreto, qualcosa che si può ammirare. Le opere d’arte catturano l’immaginazione. Abbiamo un team di consulenti che aiutano i clienti ad avvicinarsi al mondo dell’arte, rispettando le loro necessità e i loro budget”.
Jay Rutland: “Negli ultimi dieci anni c’è stato un vero e proprio cambiamento nella percezione dell’arte come asset su cui investire. Citibank e J.P. Morgan hanno pubblicato dei report interi su questo tema. Lo scenario ideale è comprare qualcosa che si ama, un’opera che aumenta di valore nel tempo e che, all’occorrenza, si può vendere velocemente traendone un profitto”.
La Maddox Gallery di Westbourne Grove e l’opera Keeping Up With The Crouches di David Yarrow alla Maddox Gallery di Maddox Street, Londra
Quali opere possono essere considerate un investimento oggi?
Jay Rutland: “La lista è molto lunga, si parte dagli artisti più conosciuti come Banksy, Andy Warhol, Keith Haring a quelli che hanno guadagnato popolarità sul mercato, come Amoako Boafo. Le sue opere sono considerate un vero investimento in questo momento”.
John Russo: “Lo scorso anno il rendimento medio per i clienti Maddox è stato di 31,1%. È un eccellente risultato, se si tiene conto anche della pandemia. Questo è a tutti gli effetti il profitto medio di tutti i clienti Maddox che hanno acquistato un’opera da noi e che l’hanno rivenduta, tramite nostro, nel 2020. Se guardiamo alle performance degli utlimi cinque anni, i nostri clienti hanno sempre avuto un rendimento di almeno 20%”.
Quali sono i vostri progetti per il futuro?
Jay Rutland: “Siamo sempre alla ricerca di nuovi artisti, pur essendo molto soddisfatti di quelli che rappresentiamo oggi. Per quanto riguarda le fiere, siamo stati ovunque: Bahrein, Texas, Miami, Hong Kong, New York, gli Hamptons. ll nostro riferimento per il futuro saranno quelle di Miami e Hong Kong. Ne abbiamo altre due nel nostro radar: Zona Maco a Città del Messico e la Shanghai Art Fair. In termini di espansione, stiamo cercando spazi più grandi per Londra e Los Angeles.
Nei prossimi anni valuteremo anche Dubai, New York, Shanghai, Hong Kong e località sciistiche come Saint Moritz. Anche Milano è nella lista. Siamo sempre aperti a nuove idee”.