Con la trimestre pubblicata da Nvidia, si è chiusa la nuova tornata di conti delle Magnifiche 7 (Apple, Microsoft, Meta, Amazon, Alphabet, NVIDIA e Tesla). Complessivamente, le big del settore hanno chiuso il terzo trimestre con utili record di 118 miliardi di dollari, segnando una crescita del 21% su base annua.
“Questo straordinario risultato si riflette in un rendimento di circa +55% da inizio anno per un portafoglio equiponderato sulle sette aziende, contro il +24% dello S&P 500. Detto in altre parole, con una incidenza del 31% sull’intero S&P 500, le Magnifiche 7 hanno contribuito per quasi la metà della performance dell’indice (circa il 46%)” ha spiegato Gabriel Debach, market analyst di eToro.
Il rally ha il fiato corto
La grande domanda resta: i titoli dei 7 big di Wall Street possono continuare a sovraperformare il mercato?
Guardando ai dati FactSet – spiega Debach in una nota – è plausibile che queste aziende manterranno tassi di crescita degli utili superiori rispetto alle altre 493 componenti dell’indice S&P 500 per tutto il prossimo anno. Tuttavia, aggiunge l’esperto, il gap di crescita tra le Magnifiche 7 e il resto del mercato sta gradualmente diminuendo. Questo riflette aspettative già molto elevate e una base di comparazione meno favorevole rispetto al passato, elementi che potrebbero rendere più difficile sostenere un ritmo così accelerato.
“Nelle recenti trimestrali, i risultati pubblicati sono stati in gran parte eccezionali. Le rare delusioni sono derivate da previsioni prudenti o da preoccupazioni generato da un aumento degli investimenti. Nonostante ciò, i titoli hanno mostrato una capacità di recuperare rapidamente eventuali perdite post-trimestrali, confermando una resilienza che continua ad attirare capitali. È probabile che la corsa delle Magnifiche 7 non sia ancora giunta al termine, nonostante valutazioni decisamente impegnative. Tuttavia, l’attenzione potrebbe iniziare a spostarsi verso altri settori. Mentre le Magnifiche 7 continuano a offrire performance straordinarie, il mercato potrebbe gradualmente diversificare il proprio interesse, premiando anche settori finora meno sotto i riflettori.”.
Bilancio Nvidia
Torniamo a Nvidia. Nel terzo trimestre, il colosso dei chip ha messo a segno un utile per azione a 0,81 dollari per azione contro i 0,75 previsti dalle stime, un rialzo di circa un 8% mentre il fatturato è salito a 35,08 miliardi di dollari (+94% rispetto lo scorso anno e +17% rispetto al secondo trimestre) contro i 33,17 delle stime.
In crescita anche le stime per il fatturato del prossimo trimestre previsto a 37,5 miliardi di dollari mentre l’azienda ha annunciato che pagherà un dividendo di 0,01 dollari per azioni il prossimo 27 dicembre a tutti gli azionisti che avranno azioni al 5 dicembre.
“Una trimestrale a dir poco eccezionale quella presentata da Nvidia che si conferma essere un’azienda in espansione e con un fortissimo potenziale di ulteriore crescita avendo in pratica una posizione di assoluta dominanza nel settore dei data center, fulcro della redditività dell’azienda insieme al settore dell’automotive e della robotica, i due comparti che hanno presentato la crescita di fatturato piú importante rispetto all’ultimo anno e allo scorso trimestre” ha commentato David Pascucci – Analista dei Mercati per XTB .
Il mercato tuttavia non ha reagito bene alla notizia della crescita dei ricavi più lenta degli ultimi sette trimestri e il margine lordi adjusted del gruppo in cotrazione. Il titolo, dopo un iniziale sbandamento, ha tuttavia recuperato terreno riposizionandosi intorno ai 146 dollari, in prossimità dei massimi dell’anno.
Per Nvidia, “i numeri record non sono più sufficienti per soddisfare un mercato sempre più affamato e ansioso. Anche con performance straordinarie, per il secondo trimestre consecutivo, il titolo riceve una bocciatura in Borsa, evento che non accadeva dalla trimestrale di maggio 2021′, ha spiegato Gabriel Debach di eToro, aggiungendo che la reazione negativa del mercato, conclude l’esperto, ‘non è una bocciatura dei fondamentali – che restano solidissimi – ma una lezione sulla fragilità delle aspettative. Quando un titolo è valutato così generosamente, anche minimi segnali di rallentamento possono essere amplificati’.