KUALA LUMPUR (WSI) – Per il momento è solo un’altra pista da seguire, ma la scoperta effettuata dai satelliti questa volta rende fiduciosi gli investigatori. Nell’Oceano Indiano meridionale, a circa 2500 chilometri a sud-ovest di Perth, sono stati avvistati due oggetti galleggianti che potrebbero essere frammenti del boeing della Malaysia Airlines scomparso l’8 marzo scorso con 239 persone a bordo. L’annuncio è stato dato dalle autorità australiane ed è stato confermato da quelle malesi.
Il premier australiano: informazioni credibili
“Dopo l’analisi di immagini satellitari, due oggetti eventualmente legati alle ricerche sono stati identificati”, ha detto in parlamento il primo ministro australiano Tony Abbott, definendo le nuove informazioni “credibili”. “Gli oggetti sono relativamente sfocati – ha spiegato John Young, un responsabile dell’Autorità australiana della sicurezza marittima (Amsa) – Sono di una certa taglia: scendono sotto la superficie e riemergono. Il più grande sarà di 24 metri. L’altro è più piccolo”.
Ricerche già in corso
Sul posto è già arrivato un aereo militare, mentre altri tre velivoli e una nave stanno facendo rotta su quella zona. Nell’area l’Oceano Indiano è profondo più di 2000 metri. Se si trattasse effettivamente di parti dell’aereo, ritrovare la scatola nera del velivolo sarebbe estremamente difficile.
Il ministro dei Trasporti malese: “Abbiamo una nuova pista”
In precedenza altre segnalazioni simili si erano rivelate falsi allarmi. “Posso confermare che abbiamo una nuova pista”, ha dichiarato il ministro dei Trasporti malese, Hishammuddin Hussein. “Sin dall’inizio abbiamo seguito ogni segnalazione e questa volta spero che ci siano sviluppi positivi”.
Si indaga sui piloti
Sul fronte delle indagini, intanto, gli investigatori sono convinti che a disattivare i sistemi di comunicazione dell’aereo prima di modificare la rotta sia stato qualcuno con una conoscenza dettagliata di aviazione commerciale e di come sia fatto un Boeing 777-200ER. Per questo ci si sta concentrando in particolare sul pilota e sul co-pilota. L’FBI sta aiutando le autorità malesi ad analizzare un simulatore di volo di proprietà del pilota, dopo che alcuni controlli hanno rivelato che dei dati erano stati cancellati lo scorso mese. Inquietante la voce secondo cui il pilota del Boeing s’addestrava ad atterrare sulle piccole isole.
I radar non confermano le segnalazioni alle Maldive
Sembra invece perdere peso la segnalazione giunta due giorni fa dalle Maldive. Alcuni abitanti dell’isola di Kudahuvadhoo avevano riferito a un quotidiano locale di aver visto un aereo volare a bassa quota nel giorno della scomparsa del volo della Malaysia Airlines. Secondo le autorità i controlli effettuati sui tracciati radar hanno però dato esito negativo.
(RaiNews24)