NEW YORK (WSI) – Il mercato azionario e le quotazioni del petrolio hanno provato a rifarsi dopo la ritirata. La fase rimane ribassista, tuttavia. Bisogna dunque chiedersi: si tratta “solo di un altro ciclo economico” o sta succedendo qualcosa di più drammatico? Secondo Gail Tverberg, ricercatrice nonché autrice del blog “Our Finite World”, la risposta corretta è la seconda.
In un post sul suo blog Tverberg conferma l’esattezza delle sue previsioni di gennaio, secondo le quali l’inarrestabile discesa dei prezzi del petrolio è un segno inequivocabile che l’economia mondiale sta entrando in una fase di deflazione. Lo dimostrano la mancata corrispondenza tra stagnazione dei salari e il rapido aumento dei costi di produzione del petrolio. Un problema che si nasconde dietro la quantità crescente di debito.
“Questa situazione – avverte Tverberg – non può andare avanti all’infinito”.
“La persistenza di tassi di interesse vicino allo zero ha favorito una crescita smisurata del debito, che ha raggiunto livelli troppo elevati in rapporto al reddito. Il ricorso da parte dei governi dell’aumento salariale per aumentare il debito ha oggi perso forza, spingendo in basso la crescita dell’economia mondiale”.
Cosa succederà in futuro? “Il rallentamento del Pil mondiale, secondo Tverberg, continuerà a ridurre la domanda di materie prime, utilizzata per costruire case, automobili, fabbriche e altri beni, spingendo ancora più in basso i prezzi delle commodity”, favorendo quindi uno scenario caratterizzato da un collasso deflazionario. (mt)
Fonte: Our finite world
(MT-DaC)