Da una parte le denunce degli imprenditori che vogliono assumere ma si trovano davanti al rifiuto dei candidati, che preferiscono al lavoro l’indennità di disoccupazione. Dall’altra, una schiera di giovani che rinunciano alle vacanze estive pur di avere una buona occasione professionale. Il dibattito è aperto, i toni spesso accesi.
Il nuovo sistema delle indennità di disoccupazione previsto dal Jobs Act, secondo alcuni, favorirebbe gli “sfaticati”, più propensi ad andare avanti con il sussidio che a fare sforzi nella ricerca di un impiego. La Naspi è prevista soltanto se la persona viene licenziata e non in caso di dimissioni. I tentativi di farsi licenziare con comportamenti scorretti in ufficio sarebbero in questo modo incoraggiati, secondo i racconti di alcuni manager.
Per la Fondazione studi dei consulenti del lavoro, la spesa per gli ammortizzatori sociali continua a crescere e dal marzo 2016 c’è stata un’impennata dei licenziamenti disciplinari per giusta causa perché chi vuole lasciare il lavoro si mette nelle condizioni di farsi licenziare. D’altra parte però il sistema del Jobs Act non è ancora ben rodato e l’assegno per i disoccupati non viene erogato se non c’è il rispetto di alcune condizioni, come il dovere di partecipare a corsi, di sottoporsi a colloqui periodici al Centro per l’impiego e di accettare congrue offerte di lavoro.
Le affermazioni del manager potrebbero essere sopravvalutate. Di recente, uno studio dell’agenzia Espresso Communication per FourStars ha mostrato che il 72% dei giovani fra i 18 e i 29 anni intervistati si dice pronto a rinunciare alle vacanze estive per dedicarsi a esperienze formative internazionali, considerate fondamentali per il futuro lavorativo.