Economia

MANGIAMO CINESE SENZA SAPERLO

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

(9Colonne) – Roma, 26 lug – E’ allarme per gli sbarchi di prodotti alimentari destinati ad essere spacciati come Made in Italy con l’aumento record in quantità nelle importazioni di olio di oliva (+29 per cento), di concentrato di pomodoro cinese (+180 per cento), di cosce di maiale per prosciutti (+ 5 per cento), ma anche di frutta (+ 11 per cento), che diventano miracolosamente italiani nei banchi dei supermercati. E’ quanto ha denunciato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel corso dell’assemblea nazionale dell’organizzazione degli imprenditori agricoli. Se il trend sarà mantenuto – sottolinea la Coldiretti – negli scaffali dei supermercati saranno stranieri due prosciutti su tre, una bottiglia di olio su due, circa un terzo del concentrato di pomodoro e oltre il 10 per cento della frutta e verdura in vendita, senza che questo venga chiaramente indicato in etichetta per la mancata applicazione dell’obbligo di indicare sulla confezione la provenienza. Un inganno che indebolisce la lotta alla clonazione e alla falsificazione del Made in Italy nel mondo, dove è falso un prodotto alimentare italiano su quattro con le esportazioni di prodotti alimentari dall’Italia che raggiungono il valore di 16,7 miliardi di euro e rappresentano appena un terzo del mercato mondiale delle imitazioni di prodotti alimentari Made in Italy che vale oltre 50 miliardi. Pressing istituzionale con il sostegno di alleanze internazionali e monitoraggio e sorveglianza sui mercati, ma anche blitz nei porti e alla frontiere per verificare il rispetto delle norme sull’etichettatura sono – ha sottolineato il presidente della Coldiretti – alcune delle azioni che l’associazione intende mettere in campo nel periodo estivo insieme al sostegno alla campagna promossa dalla “Coalizione liberi da Ogm” per una consultazione popolare. Ma saranno pure moltiplicate le occasioni di incontro tra imprese agricole e consumatori anche nei luoghi di vacanza per fare conoscere i tentativi di aggressione in atto sul paesaggio e sulla qualità agroalimentare e per chiedere sostegno nell’iniziativa di mobilitazione.