ROMA (WSI) – La pubblicazione degli ultimi dati macro in Eurozona aumenta la pressione su Draghi perché il timoniere della Bce vari misure di espansione monetaria e sconfigga l’opposizione tedesca.
L’indice PMI è calato in Italia ad agosto. L’indice del settore manifatturiero registra una contrazione a 49,8 punti rispetto ai 51,9 di luglio. Il dato è inferiore anche rispetto alle stime degli analisti che indicavano un valore a 51.
In frenata anche la Germania. La prima potenza d’Europa ha registrato un dato pari a 51,4, ai minimi di 11 mesi. La crescita in Eurozona nel suo complesso è scesa ai minimi di 13 mesi.
Meglio è andata in Spagna, dove l’attività delle società si è espansa invece ancora, anche se a un ritmo più basso. Il settore industriale ha così registrato una crescita per il nono mese di fila.
Entrando nel dettaglio, il ritmo dell’espansione dell’industria ha subito tuttavia un rallentamento, con l’indice PMI che è sceso a quota 52,8 dai 53,9 di luglio. Tenuto conto della debolezza riscontrata in altre aeree dell’Eurozona, come nella seconda e terza potenza del blocco a 18 – Francia e Italia – si tratta di numeri da considerare positivi.
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Il dato più incoraggiante è stato quello relativo alle assunzioni nel settore privato: visto l’incremento della domanda, le società hanno in generale aumentato lo staff.
In Grecia invece le aziende hanno registrato la prima ripresa da maggio con il PMI che si è riportato sopra quota 50.
Nel Regno Unito, anche se la recessione è alle spalle, gli economisti di World First temono che la ripresa del settore industriale sia agli sgoccioli.