ROMA (WSI) – Al contrario del resto dell’area euro, l’indice manifatturiero è cresciuto più del previsto in Italia, ai massimi di un anno.
In aprile l’indice Pmi è salito a 53,8 dai 53,3 di marzo, il livello più alto da aprile 2014. I dati di Markit Economics si confrontano con un marginale incremento a 53,4.
Un valore superiore a 50 punti indica una fase di espansione e contrazione del ciclo. I nuovi ordini sono cresciuti a 54,8 da 54,5 di marzo.
Il risultato, superiore a tutte le stime di un sondaggio Reuters che ha interpellato 12 analisti, è stato alimentato da un incremento della domanda. La componente relativa ai nuovi ordini è aumentata per il quarto mese consecutivo portandosi a 54,8 da 54,5 del mese precedente.
Alcuni partecipanti al sondaggio hanno attribuito la forza degli ordini export all’andamento favorevole del tasso di cambio dell’euro. Dopo tre anni di recessione e stagnazione l’Italia potrebber mettere finalmente la freccia della ripresa dell’economia.
In area euro l’attività manifatturiera è invece calata a 52 punti dai 52,2 di marzo. La prima stima era di 51,9.
In Germania l’indice è sceso a 52,1 da 52,8 di marzo, mentre in Francia il settore resta in contrazione rimanendo sotto la soglia dei 50 punti(a 48).
Nonostante il rallentamento dell’attività in Francia e Germania, le società manifatturiere hanno in media alzato i prezzi di vendita, mettendo per un po’ le paure di una deflazione da parte.
Nel primo trimestre l’Eurozona potrebbe riuscire a crescere più di Regno Unito (+0,3%) e Stati Uniti (riportato un +0,2%). Gli analisti si aspetttano un’espansione dello 0,4% nel periodo gennaio – marzo.
Se da un lato la locomotiva tedesca e la Spagna dovrebbero continuare a crescere a buon ritmo, le preoccupazioni maggiori vengono sopratutto dalla produzione industriale francese e dalla disoccupazione italiana (13%).
(DaC)