Società

Manipolazione mercato, l’Italia attacca S&P e Moody’s

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

MILANO – «Giudizi falsi, infondati o comunque imprudenti» sul sistema economico-finanziario e bancario italiano: così le agenzie di rating Standard & Poor’s e Moody’s avrebbero manipolato il mercato, secondo l’accusa ipotizzata dalla procura di Trani. È quanto si legge nell’ «Ordine di esibizione di atti e documenti» eseguito il 3 agosto scorso presso la Consob, dove la Guardia di finanza di Bari ha prelevato la documentazione relativa al procedimento di «registrazione» delle due agenzie.

Secondo quanto si è appreso finora, sono sei gli indagati nell’ambito dell’inchiesta: tre analisti «con funzioni apicali» di S&P, uno di Moody’s e i responsabili legali per l’Italia delle due agenzie.

CHI SONO – Nell’ordine di esibizione di atti, gli analisti di Standard e Poor’s indagati vengono individuati in Eilen Zhang, Frank Gill e Moritz Kraemer (quest’ultimo responsabile per il debito europeo), ai quali si aggiunge un non identificato dirigente senior analyst di Moody’s e un numero imprecisato di «persone da identificare». Per quanto riguarda Moody’s, gli indagati sono accusati del reato di «manipolazione del mercato» per avere «elaborato e diffuso» il 6 maggio 2010, «a mercato aperto, verso le ore 11.15, notizie false (anche in parte) sulla tenuta del sistema economico e bancario italiano».

Nel report sarebbero stati espressi «giudizi da ritenersi falsi, infondati o comunque imprudenti secondo quanto asserito da altre agenzie di rating oltre che dalle supreme autorità nazionali». Secondo la procura, «in conseguenza della diffusione dei giudizi di Moody’s si determinava un’alterazione (da quantificare) di strumenti finanziari».

I tre analisti di S&P sono invece accusati, oltre che di «manipolazione del mercato» anche di «abuso di informazioni privilegiate» per aver «elaborato e diffuso», nei mesi di «maggio, giugno e luglio 2011 – anche a mercati aperti – notizie non corrette (dunque false anche in parte), comunque esagerate e tendenziose sulla tenuta del sistema economico-finanziario e bancario italiano».

IL REPORT – In particolare, il 20 maggio 2011 «divulgavano in un report l’avvenuto «taglio dell’outlook del debito sovrano dell’Italia da stabile a negativo», con «giudizi/previsioni da ritenere falsi, parzialmente infondati e comunque imprudenti, tendenziosi e scorretti (anche nelle forme di comunicazione) secondo quanto asserito da altre Agenzie di rating (Moody’s e Fitch), oltre che dalle supreme Autorità nazionali (Ministero Economia) che smentiva – alla stregua di dati macroeconomici ufficiali – il giudizio di S&P che (con)causava sensibili perdite di titoli azionari, obbligazionari e dei titoli di Stato nazionali».

Inoltre, «il giorno venerdì 1 luglio 2011 poco dopo le 13.00 (prima della chiusura dei mercati) elaboravano e divulgavano in un’ulteriore nota giudizi negativi sulla manovra finanziaria presentata in Consiglio dei ministri dal ministro dell’Economia quando il testo della stessa non era ancora ufficiale e definitivo, così determinando ulteriori turbolenze sul mercato dei titoli e sulle aste dei titoli di Stato».

La procura di Trani basa la propria competenza sul fatto di essere stato il primo (ed unico) ufficio del pm ad iscrivere la notizia di reato. Nell’ambito dell’inchiesta sono già state sentite numerose persone – tra cui l’ex premier Prodi, il governatore di Bankitalia Draghi e il ministro dell’Economia Tremonti – e acquisita copiosa documentazione: per ultimo, appunto, le carte relative al procedimento di «registrazione» delle Agenzie presso la Consob per verificare la sussistenza «dei requisiti e delle condizioni» per l’esercizio di attività di rating nei confronti di «entità italiane».