ROMA (WSI) – Cresce progressivamente di numero la lista degli interventi previsti dalla manovra finanziaria del governo per il prossimo anno: dai 20-25 miliardi ipotizzati nei giorni scorsi, si è già saliti a 30 miliardi di euro, secondo le stime dell’Ansa. E la somma potrebbe gonfiarsi ancora. Il tutto mentre l’amministrazione Renzi pensa ad alzare il premio fiscale per le aziende più produttive.
Mentre l’entità dell’intervento lievita, diventa di conseguenza ancora più urgente aprire un confronto con Bruxelles per cercare nuovi margini di flessibilità sul deficit. Vista la crescita ferma allo zero dell’Italia, se vuole avere più spazio di manovra per gli investimenti pubblici, il governo Renzi sarà probabilmente costretto allo scontro con le autorità Ue sui conti pubblici.
I soldi eventualmente ottenuti nei negoziati – 10 miliardi di euro di maggior deficit – potrebbero essere destinati alla Pubblica Amministrazione oppure alle pensioni. Il vice ministro dell’Economia Zanetti ha ammesso in un’intervista alla Stampa, scusandosi più volte, che purtroppo le pensioni non sono la priorità. Prima serve varare le misure che aiutano il paese a crescere, come il taglio delle tasse (il blocco degli aumenti dell’ Iva e la riduzione dell’Ires). Tutto il resto viene dopo secondo il Tesoro.
Come sottolinea il giornalista Paolo Baroni sulla Stampa l’ordine del pacchetto previdenziale potrebbe essere il seguente:
“Prima il varo dell’anticipo pensionistico (l’Ape) e le agevolazioni sui ricongiungimenti e poi, più avanti, il resto”. Il problema è che questa ipotesi “non piace al viceministro alle Infrastrutture Riccardo Nencini”, secondo il quale “anche le pensioni minime sono una priorità”, né al presidente della commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano, che mette in guarda l’esecutivo dal pericolo che si inneschi tra i ministeri “una guerra per le risorse e un conflitto politico e sociale dagli esiti imprevedibili”.
Raddoppio sgravi come premio produttività
Nel frattempo, sempre nell’ottica di un piano per rilanciare la crescita, l’esecutivo pensa a raddoppiare gli sgravi per la produttività. Nello specifico si tratterebbe di detassare maggiormente i premi di produttività: nel 2017 potrebbe aumentare a 3-4 mila euro. Al momento sono impiegati 2mila euro (2.500 in caso di partecipazione ‘paritetica’ nell’organizzazione del lavoro).
Per centrare tale obiettivo verrebbero coinvolti anche quadri e una parte della dirigenza non apicale, “con l’ipotesi di allargare pure il limite di reddito da lavoro dipendente ammissibile per beneficiare delle somme”, scrive Il Sole 24 Ore.
Il Tesoro ha precisato che è presto per fare congetture e le indiscrezioni su ipotesi e cifre della manovra che il governo dovrà varare a ottobre, prima del referendum costituzionale, con la prossima legge di bilancio, “sono prive di fondamento. È assolutamente prematuro ora fare congetture”.
Nel comunicato il ministero dell’Economia e Finanze aggiunge che il mese prossimo si saprà qualcosa in più: “I provvedimenti – si legge in una nota – dipenderanno dai nuovi obiettivi di finanza pubblica contenuti nella Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (Def), che sarà presentata entro il 20 settembre, e dalle decisioni politiche che il governo assumerà successivamente”.