ROMA (WSI) – Nel braccio di ferro tra Bruxelles e Roma entra anche lo spread. Nella giornata di ieri il differenziale tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi ha superato la soglia psicologica dei 200 punti e in serata è arrivato a quota 201,1 contribuendo ad accelerare il calendario dei lavori del governo italiano per adottare la tanto richiesta manovra bis.
Richiesta da chi? Dall’Ue che ha imposto all’Italia di aggiustare i conti e per farlo occorre una manovra aggiuntiva da 3,4 miliardi forse anche meno – come riporta Il Sole 24 Ore – se i dati sulla crescita 2016 e sui primi mesi di quest’anno saranno migliori di quanto previsto. Si vocifera di un primo intervento con il varo di misure correttive da adottare entro la fine del mese. Il tutto per evitare la procedura di infrazione che Bruxelles potrebbe comminare al nostro paese.
Il governo guidato da Paolo Gentiloni insieme al ministro dell’economia e delle finanze Pier Carlo Padoan punta ad un’operazione da dividere in due tempi nel cantiere del Def. Ciò si tradurrebbe in un primo decreto da attuare entro la fine di febbraio e che riguarderebbe ritocchi alle accise sui tabacchi e carburanti da una parte e sui tagli di spesa dall’altra in cui rientrerebbero anche quelli di alcuni crediti di imposta settoriali, il tutto per arrivare a 100-150 milioni di euro.
Non troveranno posto nel decreto di fine febbraio le misure annunciate inizialmente, come l’estensione del reverse charge al settore della grande distribuzione e lo split payment applicato ai rapporti commerciali con società controllate da Stato ed enti locali. Questo perché per tali misure di lotta all’evasione occorre più tempo, sia perché l’argomento è molto complesso sia perché quando si parla di Iva occorre confrontarsi con Bruxelles.