Nessun ripensamento, nessun passo indietro ma si ribadisce la volontà di dialogare con Bruxelles. Così il premier Giuseppe Conte parlando alla stampa estera a Roma sulla lettera di risposta inviata alla Commissione sulla manovra.
“Ieri sera mi sono visto con Tria, abbiamo rivisto insieme la lettera ai Commissari europei. Preannuncio che abbiamo ribadito nella lettera spedita poco fa che noi siamo assolutamente in Europa, vogliamo dialogare con le istituzioni europee e che questa interlocuzione si svolga nella leale collaborazione e nel dialogo costruttivo”.
Il premier Giuseppe Conte ha sottolineato, che nella missiva sono state anticipate le ragioni di una manovra economica così impostata.
“In questa lettera abbiamo anticipato quali sono e, gli obiettivi, siamo disponibili a sederci a un tavolo per proseguire l’interlocuzione con la commissione europea”.
Il testo, continua Conte, ora rispecchia fedelmente l’accordo politico raggiunto, riferendosi al caos condono dei giorni scorsi.
Dopo le “incomprensioni” sul testo del condono fiscale è stato necessario verificare che il testo normativo rispecchiasse l’accordo politico raggiunto: in piena trasparenza, abbiamo ripassato l’accordo politico raggiunto e confezionato un testo che riassume fedelmente i termini dell’accordo. Ho letto di condono, capitali stranieri dall’estero.. No. La norma consente di poter integrare chi ha fatto già la dichiarazione dei redditi per un 30% in più di quanto dichiarato, fino a un tetto massimo di 100mila euro per anno, pagando un 20% rispetto a quello che avrebbe dovuto pagare. Sembra una percentuale molto alta, ma è il 20% rispetto all’aliquota dovuta”.
Stamani è intervenuto sulla lettera anche il ministro dell’economia Giovanni Tria il quale ha sottolineato come la manovra “non espone a rischi la stabilità finanziaria dell’Italia né degli altri paesi dell’Unione europea”.
Riteniamo infatti che il rafforzamento dell’economia italiana sia anche nell’interesse dell’intera economia europea (…) Qualora i rapporti deficit/Pil e debito/Pil non dovessero evolvere in linea con quanto programmato, il Governo si impegna a intervenire adottando tutte le necessarie misure affinché gli obiettivi indicati siano rigorosamente rispettati (…) Il governo italiano, per quanto riguarda il deficit strutturale è cosciente di aver scelto un’impostazione della politica di bilancio non in linea con le norme applicative del Patto di Stabilita e Crescita. E’ stata una decisione difficile ma necessaria alla luce del persistente ritardo nel recuperare i livelli di Pil pre-crisi e delle drammatiche condizioni in cui si trovano gli strati più svantaggiati della società italiana”.