ROMA (WSI) – La Commissione Bilancio della Camera ha chiuso l’esame degli emendamenti segnalati dai gruppi e delle proposte delle commissioni parlamentari.
Approvati una decina di emendamenti e tra questi quello per la mobilità del personale nelle società a partecipazione pubblica (escluse le quotate) e quello per l’abolizione del bollo fisso di 34,20 euro su conti correnti e conto titoli.
Molti anche gli emendamenti accantonati. Restano da esaminare gli emendamenti del governo e quelli del relatore, che inoltre dovrebbe presentare una nuova proposta. La seduta riprende alle 12,30 di stamani, per chiudere i lavori in giornata e mandare la manovra domani, martedì, all’aula di Montecitorio.
La difficoltà di trovare un equilibrio è dimostrata dal ritardo nella presentazione degli emendamenti.
Sul Fondo taglia cuneo fiscale, l’equilibrio è stato trovato prevedendo che le risorse che arriveranno da spending review e da lotta all’evasione siano suddivise in due parti uguali per la riduzione delle imposte: da una parte a favore di imprese (Irap sul lavoro) e autonomi, dall’altro i lavoratori dipendenti e i pensionati. Fatto salutato positivamente anche dal leader Cisl Raffaele Bonanni.
Via libera della Commissione Bilancio della Camera ad un emendamento di Raffaele Calabro’ (Ncd) che introduce ”processi di mobilità” per il personale delle società controllate direttamente o indirettamente dalle pubbliche amministrazioni. Sono escluse le società che emettono strumenti finanziari quotati. La mobilità e’ prevista ”senza necessità di consenso del lavoratore” e ”previa informativa alle rappresentanze sindacali”.
Non ha sollevato obiezioni neanche la norma per favorire la costruzione di nuovi stadi o la ristrutturazione di quelli esistenti: essa adotta il “modello inglese”, dando cioè la possibilità al costruttore di edificare attorno allo stadio degli edifici commerciali connessi, ma escludendo la costruzione di case o quartieri residenziali.
I malumori arrivano con la norma sulle spiagge, con una sanatoria dei contenziosi sui canoni demaniali a favore di circa 300 aziende medio-piccole: con il 30% si chiude la vicenda, o con il 70% se rateizzato in 9 anni.
Non proprio edificante se proposto da chi ha sempre stigmatizzato i condoni. Non è invece entrata la norma sul rientro dei capitali dall’estero, la cui bozza è circolata nei giorni scorsi: anche essa una sanatoria.
L’emendamento sul Fondo taglia tasse prevede però la possibilità di entrate “una tantum”, il che fa pensare non tanto a uno nuovo “scudo” in stile Tremonti quanto a un possibile accordo con la Svizzera. Soddisfa la maggioranza invece l’emendamento del governo in favore del comparto sicurezza (100 milioni), annunciato dal vicepremier Angelino Alfano in persona, subito attaccato dagli ex colleghi di Forza Italia, per i quali “è troppo poco”.
Attesa anche la norma che copre il “buco” da oltre 20 miliardi dell’Inps dovuto all’incorporazione dell’Inpdap e dei suoi debiti. Ed apprezzato il nuovo “bonus bebè”, voluto dal premier Letta. Destano invece malcontento i numerosi emendamenti che distribuiscono soldi “a pioggia”, a causa delle rimostranze dei deputati che hanno visto escludere le loro proposte dai benefici.
Via anche il bollo fisso di 34,20 euro dal 2014 sui conti correnti e il conto titoli. ”Ne beneficeranno – spiega Marco Causi del – tutti i correntisti con giacenze medie sotto i 17.000 euro e la misura sarà pagata da correntisti tra i 250.000 e i 500.000 euro”.
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