E alla fine Bruxelles ha tagliato al ribasso le stime di crescita per l’Italia nel 2019. Nel dettaglio secondo le previsioni economiche diffuse dall’esecutivo Ue quest’anno il Pil italiano crescerà dello 0,1%, e nel 2020 dello 0,7% contro rispettivamente un +0,2% e +0,8% previsto a febbraio.
Ma è soprattutto sul debito pubblico e sul deficit che Bruxelles fa scattare l’allarme per il nostro paese. Nella nuova stima della Commissione il primo schizza a 133,7% quest’anno e 135,2% il prossimo, mentre il secondo sale a 2,5% nel 2019 e 3,5% nel 2020. Alla luce di questi nuovi numeri la prossima manovra d’autunno del governo giallo-verde partirà da 35 miliardi di euro.
La cifra la fornisce un articolo de Il Sole 24 Ore secondo cui “per recuperare le mancate correzioni del deficit degli ultimi due anni e gestire gli aumenti di Iva e accise già messi nei conti” serviranno almeno 35-40 miliardi di euro. Il quotidiano di Confindustria poi sottolinea come, stante tali cifre, non mancano i Paesi che tornano a spingere per imporre all’Italia di avviare subito la correzione con un intervento in corso d’anno.
Ma la resa dei conti sarà con la manovra di autunno, che porterà inevitabilmente le autorità ad aumentare le tasse. A conti fatti per i contribuenti pare del tutto scontato l’aumento Iva che nella versione prevista dall’ultima legge di Bilancio innalza le due aliquote principali dal 10% al 13% e dal 22% 25,3% e vale 23,1 miliardi. Oltre all’Iva potrebbero farsi strade tagli della spesa che non potranno che incidere sui servizi. Per i contribuenti si prepara l’ennesimo conto, salato, da pagare.