Economia

Manovra di bilancio italiana promossa con riserva dalla Commissione UE

Il recente giudizio positivo da parte di Moody’s, il 17 novembre, rappresenta la penultima approvazione delle agenzie di rating per il Governo Meloni. Precedentemente, erano stati rilasciati giudizi favorevoli da Standard & Poor’s il 20 ottobre, seguito da DBRS una settimana dopo e da Fitch l’10 novembre. L’ultima pagella è arrivata dalla Commissione Europea, che ha promosso il Documento Programmatico di Bilancio (DPB) dell’Italia per il 2024 con riserva. Il parere della Commissione, in particolare del commissario europeo per gli Affari economici, Paolo Gentiloni, e del vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, rappresenta una valutazione preliminare, poiché il giudizio finale dell’Unione Europea sarà aggiornato in primavera.

La manovra è “conforme alle Raccomandazioni ricevute dalla Commissione Europea per il 2024”, aveva assicurato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che ha aggiunto: “in primo luogo, l’insieme delle misure garantisce che nel 2024 si consegua sia un tasso di crescita annuo della spesa primaria netta inferiore alla soglia raccomandata dell’1,3% sia un miglioramento annuo del saldo di bilancio strutturale dell’1,1% in termini di PIL”.

La Commissione Europea basa infatti il suo parere sull’aderenza della manovra alle raccomandazioni espresse a maggio da Bruxelles. L’attenzione è concentrata sul rispetto delle raccomandazioni, che includono la necessità di una politica di bilancio prudente, limitando l’aumento nominale della spesa primaria netta finanziata a livello nazionale ad appunto non più dell’1,3%. Le raccomandazioni di maggio hanno introdotto il nuovo parametro di spesa, con l’obiettivo di garantire un miglioramento annuo del saldo strutturale di bilancio pari almeno allo 0,7% del PIL. Le previsioni del saldo strutturale dell’Italia, diffuse dall’esecutivo comunitario il 15 novembre, indicano già un miglioramento all’1%, superiore alle richieste.

Oltre alla componente numerica, la valutazione della Commissione tiene conto di variabili politiche, tra cui l’assorbimento efficace dei fondi europei, l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), la riduzione delle imposte sul lavoro, l’attuazione corretta della riforma fiscale e la razionalizzazione delle spese fiscali, insieme all’allineamento dei valori catastali ai valori di mercato.

Semaforo verde dunque da Bruxelles, ma con alcune indicazioni. L’Italia è tra i nove Paesi la cui manovra è considerata non pienamente in linea con le raccomandazioni approvate dal Consiglio Europeo dello scorso luglio, in compagnia di Austria, Germania, Lussemburgo, Lettonia Malta, Paesi Bassi, Portogallo e Slovacchia. Mentre la Francia è stata bocciata.

Osservata speciale dalla Commissione UE è la spesa eccessiva, soprattutto dopo lo stop alle misure di sostegno nell’ambito dell’energia. Ciò infatti non ha portato a una diminuzione del deficit, bensì a finanziare altri interventi.

“Le misure di sostegno per quanto riguarda l’energia sono previste in riduzione il prima possibile nel 2023 e nel 2024. Questo è in linea con quanto raccomandato dal Consiglio. Tuttavia, non è previsto che i risparmi ottenuti siano pienamente utilizzati per ridurre il deficit. Questo rischia di non essere pienamente in linea con le raccomandazioni del Consiglio”, si legge nel documento sull’Italia che giudicata anche «limitata» la portata del taglio delle tasse sul lavoro.

Paolo Gentiloni ha dichiarato che la Commissione ha un rapporto costruttivo con i Governi e che non si tratta di una bocciatura, ma di un invito alla prudenza di bilancio e all’ottimale utilizzo delle risorse europee. L’esortazione è quindi a mantenere la disponibilità a intervenire e a impiegare i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Il Documento Programmatico di Bilancio è un documento inviato alla Commissione europea entro il 15 ottobre di ogni anno, nel quale i Paesi dell’area dell’euro presentano in modo sintetico il proprio progetto di bilancio per l’anno successivo. Entro il 30 novembre, la Commissione adotta e presenta un parere valutando la conformità dei programmi di bilancio alle raccomandazioni del Semestre europeo e la congruità della manovra rispetto agli obiettivi indicati dallo Stato membro. Il parere è reso pubblico, e in caso di inosservanze gravi degli obblighi del Patto di stabilità e crescita, al Paese potrebbe essere richiesto di rivedere il proprio documento programmatico di bilancio.

Nel caso italiano, la Commissione UE ritiene che “l’Italia abbia compiuto progressi limitati per quanto riguarda gli elementi strutturali delle raccomandazioni” e “invita le autorità italiane ad accelerare i progressi“.