Ancora nessun accordo all’interno del governo sui tagli al deficit da apportare alla manovra per evitare la procedura di infrazione. Secondo indiscrezioni della Repubblica, il vicepremier Luigi Di Maio avrebbe espresso i suo dissenso a ridurre il tetto del rapporto deficit/Pil sotto il 2% (rispetto al 2,4% della Nota di aggiornamento al DEF).
L’esecutivo è a questo punto appare sempre più diviso sulle mosse da fare per evitare le sanzioni sul debito da parte di Bruxelles.
Se da una parte il premier Giuseppe Conte sembra intenzionato ad andare incontro alle richieste della Commissione Ue recandosi a Bruxelles con “maggiori investimenti”, dall’altra i due vicepremier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini continuano a fare muro su possibili revisioni della riforma delle pensioni e del reddito di cittadinanza.
Intanto, secondo rumors del Corriere, il Governo presenterà la nuova manovra il prossimo martedì. Con Natale alle porte, la riposta della Commissione rischia di slittare a gennaio.
A questo punto, come si legge in un articolo del Corriere di oggi:
“Il paradosso è che il governo chiederà il voto di fiducia alla Camera su una manovra da riscrivere. Una fiducia tecnica e non sui contenuti, quindi. Finalizzata a chiudere quanto prima questo che si può considerare a tutti gli effetti un passaggio a vuoto, e mandare subito il disegno di legge di Bilancio per il 2019 al Senato, dove il provvedimento subirà modifiche importanti, prima del 19 dicembre data in cui la commissione europea potrebbe proporre la «procedura d’infrazione» che ora il governo vuole assolutamente evitare”.