ROMA (WSI) – L’Italia deve evitare “a ogni costo” il rischio di entrare nel quarto anno di recessione.
L’avvertimento e’ del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che in una lettera inviata al commissario europeo per gli Affari economici, Jyrki Kaitanen, quantifica in 4,5 miliardi di euro il costo delle misure per rispondere alla richiesta della Ue di tagliare dello 0,3% del Pil il deficit nel 2015. Per fare questo, spiega Padoan, 3,3 miliardi arriveranno dal Fondo per il taglio delle tasse, 500 milioni dalla riduzione delle quota di risorse domestiche allocate per i fondi di cofinanziamento per la coesione europea ed esentati dai tetti del patto di stabilita’ domestico che si applica alle regioni, 730 milioni invece saranno recuperati da un’estensione del regime di reverse charge al settore al dettaglio.
Il pacchetto di misure proposte, spiega ancora Padoan, “portera’ l’aggiustamento strutturale a oltre lo 0,3% del Pil nel 2015, migliorando il cammino verso l’obiettivo di bilancio a medio termine”. Ma a Padoan sta a cuore soprattutto sottolineare che “l’economia italiana sta attraversando una delle piu’ severe e lunghe recessioni della sua storia.
L’economia”, osserva l’inquilino di via XX settembre, “e’ ora nel suo terzo anno di recessione e c’e’ un serio rischio di deflazione – o di un prolungato periodo di inflazione molto bassa – e di stagnazione. Un quarto anno di recessione deve essere evitato con tutti i mezzi, in caso contrario sarebbe estremamente problematico risollevare il Paese da questa situazione economica” e sarebbe ancora piu’ duro mantenere la sostenibilita’ del debito”.
La strategia di bilancio del Governo, insiste Padoan, e’ tesa “a minimizzare questi rischi macroeconomici”. Inoltre, “deve essere considerata all’interno dell’agenda complessiva delle riforme strutturali”. Per questo motivo, scrive ancora il ministro, l’Italia “ha deciso di utilizzare la flessibilita’ offerta dalla legislazione europea e nazionale per realizzare un ambizioso pacchetto di riforme con l’intenzione di rilanciare la crescita potenziale.
Queste riforme avranno un impatto diretto sulla crescita potenziale e la sostenibilita’ del debito, permettendo cosi’, in accordo con la regolamentazione europea e le leggi nazionali, una deviazione temporanea dal cammino di convergenza verso gli obiettivi di bilancio di medio periodo”. La Commissione europea definisce “costruttiva” la risposta del governo agli appunti sulla legge di stabilita’ ma “le discussioni con l’Italia rimangono aperte”, chiarisce il portavoce del commissario Jyrki Katainen. “Apprezziamo il riscontro costruttivo pubblicato stamattina – sottolinea il portavoce – ma non possiamo per ora fare nessun commento o anticipare la valutazione perche’ discussioni e consultazioni sono in corso e il processo rimane aperto”. (AGI)
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L’Italia annuncia un pacchetto di misure per ridurre in modo strutturale di 0,3 punti il deficit nel 2015. E’ quello che spiega il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan nelle lettera inviata al vice presidente della Commissione Ue Jyrki Katainen. Le misure annunciate valgono 4,5 miliardi: 3,3 miliardi presi dal fondo per la riduzione delle tasse; 0,5 miliardi dai fondi per i cofinanziamenti Ue; 0,73 miliardi da un’estensione del regime del reverse charge Iva.
Alcuni stralci della lettera del ministro Padoan all’Ue
Il governo italiano assicura l’Ue che il debito si trova su un “su percorso al ribasso” anche “grazie all’ambizioso piano di privatizzazioni pari a una media annua dello 0,7% del Pil”. “Alcuni ritardi, dovuti a condizioni avverse del mercato, saranno riassorbiti nei prossimi mesi”.
L’Italia, si legge nella lettera del Tesoro, mantiene i conti “sotto controllo”, con il deficit/pil sotto il 3% nel 2015, e corregge il deficit strutturale di 3 decimi “finanziando simultaneamente lo sforzo straordinario per effettuare quelle riforme strutturali lungamente attese che presentano costi aggiuntivi nel breve periodo”.
“Il Pil dell’Italia – scrive il ministro – è calato di oltre il 9% rispetto al livello del 2008: l’economia è ora al terzo anno di recessione ed ha un serio rischio di stagnazione e deflazione. Un quarto anno di recessione deve essere evitato in ogni modo”. (ANSA)
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di Francesco di Frischia
ROMA (WSI) – Parte oggi per Bruxelles la lettera del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, in risposta alle critiche espresse dal commissario europeo alle Finanze, Jyrki Katainen, sulle «significative deviazioni» dalle regole Ue contenute nella legge di Stabilità e sul rinvio del pareggio di bilancio al 2017.
L’accordo politico tra il «rigore» comunitario e le strategie espansive del governo Renzi sembra trovato: «La risposta dell’Italia conterrà le indicazioni sulla correzione del deficit strutturale che saranno ampiamente in grado di rassicurare la Commissione europea», spiegano al ministero dell’Economia. Niente percentuali nelle lettera di due pagine firmate da Padoan, ma numeri in valore assoluto, cioè risorse aggiuntive che portano «a una correzione del deficit grosso modo come quella indicata nei giorni scorsi dal premier, anche più abbondante».
Insomma, il ministro Padoan, attingendo anche al «tesoretto» tenuto come fondo per la riduzione della pressione fiscale, dovrebbe scrivere nella missiva a Katainen che nella legge di Stabilità c’è qualcosa di più dei 4,8 miliardi di euro destinati al deficit del prossimo anno.
Secondo i calcoli del Mef, però, «l’abbondante correzione dei conti» non sforerà comunque lo 0,3 % del Pil e gli insider garantiscono che le risorse saranno «adeguate alle aspettative». Visto che Palazzo Chigi vuole fugare ogni dubbio sul fatto che il Paese poggia su solide basi, la lettera dunque conterrà anche altre misure che verranno rese note probabilmente oggi appena il documento sarà stato notificato a Katainen.
Inoltre nella lettera «non ci saranno scadenze o nuovi impegni specifici» sull’attuazione delle riforme, fanno notare al Mef, perché il 15 ottobre il governo ha già mandato ai vertici Ue un piano programmatico dettagliato: riforme che il Parlamento ha già votato o sta per votare. Si tratta del resto degli stessi provvedimenti che i vertici comunitari ci chiedono da molti anni e che l’esecutivo Renzi sta implementando e per attuare i quali il governo chiede maggiori risorse cui attingere.
Del resto uscire dalla recessione, che dura da tre anni e continua a incalzare, rilanciare l’economia e l’occupazione, puntando sulle riforme, imponevano al governo Renzi una manovra «espansiva» che non può certo fare a meno della flessibilità da parte dei vertici dell’Ue: l’eccessivo rigore infatti di Bruxelles rischierebbe di fare precipitare il Paese, temono a Palazzo Chigi, in una crisi ancora più pesante di quella che già sta imperversando su famiglie e imprese italiane.
Intanto domani i 47 articoli della legge di Stabilità approdano ufficialmente a Montecitorio. Le modifiche alla manovra chieste dall’Ue potrebbero essere inserite in Parlamento con un emendamento del governo, magari i primi del prossimo mese, per dare modo a Padoan di partecipare il 9 novembre all’Ecofin con le carte in regola. Nel frattempo il 29 ottobre la Commissione uscente, guidata da José Manuel Barroso, esprimerà comunque il suo giudizio sulle leggi di bilancio di tutti i Paesi. Oggi pomeriggio ci sarà l’incontro tra governo, imprese e sindacati, presenti il sottosegretario Graziano Delrio e i ministri Padoan, Giuliano Poletti (Lavoro) e Marianna Madia (Funzione pubblica).
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