Si fanno sempre più vicine le posizioni tra il governo e Bruxelles sulla manovra e si intravede un cauto ottimismo sulla possibilità di raggiungere un’intesa con Bruxelles che eviti l’apertura di una procedura d’infrazione contro l’Italia.
Secondo indiscrezioni, il Governo punta ad inviare una nuova bozza di manovra alle autorità europee mercoledì, alla vigilia del Consiglio dei capi di Stato e di governo in agenda a Bruxelles il 13 e 14 dicembre.
Secondo quanto riporta il Corriere, citando fonti governative, “a questo punto è solo una questione politica”.
“Il governo ritiene di star facendo la sua parte. Sta lavorando per ridurre il deficit fissato ora al 2,4% del Pil nel 2019, e per depotenziare le misure che più preoccupano l’Ue, cioè «quota 100» sulle pensioni, che avrà una durata triennale, e il «reddito di cittadinanza», che sarà strettamente legato al reinserimento al lavoro”.
Resta tuttavia lo scoglio del tetto del deficit, che per la commissione dovrebbe calare all’1,9%, il che significherebbe tagliare 8-9 miliardi, ma finora Lega e 5 Stelle – secondo quanto riporta il quotidiano milanese – “hanno dato l’ok a tagli per 3,5-4 miliardi su “quota 100” e “reddito di cittadinanza”. Altre risorse potrebbero arrivare da misure di spending review. Ma il deficit resterebbe sempre ben sopra il 2%”.
A Palazzo Chigi, intanto, oggi si terrà un vertice per mettere a punto le modifiche alla manovra da presentare al Senato, si spera che la Commissione colga queste novità per evitare di impuntarsi sui decimali soprattutto ora che in Europa il clima si è fatto sempre più teso per le proteste in Francia.
E che la situazione stia cambiando– – scrive ancora il Corriere – trova riscontro anche a Bruxelles. Aumentano infatti le pressioni dell’asse franco-tedesco e di altri governi favorevoli a un compromesso politico sulla manovra italiana. Il presidente francese Macron è diventato più disponibile perché — per accogliere le proteste di massa dei «gilet gialli» — vorrebbe superare i limiti di bilancio concordati con Bruxelles (dopo già 10 anni di deficit eccessivo). La cancelliera tedesca Merkel, contraria a uno scontro Ue-Italia con rischi sulla stabilità dell’eurozona, si è rafforzata con la vittoria della sua «delfina» nel congresso della Cdu, rispetto alla destra del partito in sintonia con i rigoristi nordici (Olanda, Finlandia, Austria, ecc).