ROMA (WSI) – Un altro strappo, l’ennesimo, è quello che si sta consumando nelle ultime ore tra Roma e Bruxelles, con la prima che sta ancora attendendo una valutazione da parte della seconda sulla manovra di bilancio 2017 varata dal Consiglio dei ministri.
L’Unione europea ha già mostrato qualche perplessità in merito alla riforma. Il problema più evidente sembrerebbe la difficoltà della manovra a ridurre il deficit strutturale, neanche se si togliesse dal calcolo del disavanzo le risorse da spendere per l’emergenza migranti per il 2017, né tantomeno le spese per la ricostruzione post terremoto in Umbria e in Lazio, nonché le spese per mettere i sicurezza immobili e infrastrutture dell’intero stivale.
Da qui le preoccupazione di Bruxelles che se dovesse dare l’ok alla manovra di bilancio italiana – che significa debito e deficit crescenti- legittimerebbe in maniera involontaria la proposta tedesca d spostare la vigilanza sui bilancio dell’area euro all’Esm, il Fondo salvataggi. Se invece dovessero respingere la manovra o dovesse iniziare una procedura di infrazione, darebbe un brutto colpo al governo Renzi specie in vista del referendum costituzionale del 4 dicembre e spingerebbe lo stesso premier a scagliarsi ancora una volta contro la Commissione. Tutti concordano che un compromesso è necessario e oggi o domani a Bruxelles, Jean-Claude Juncker e Matteo Renzi dovrano trovare un attimo per parlarsi faccia a faccia.
Lo stesso Renzi ha spiegato che la manovra “fissa il deficit al 2,3% il più basso da anni”. Come riporta Il Giornale il presidente del Consiglio si aspetta dall’Ue più che un no alla “clausola sui soldi alla scuola di Amatrice o sull’immigrazione”, “la procedura di ringraziamento citata da Alfano”, facendo riferimento alle parole pronunciate dal ministro dell’Interno nel 2015”.
“Le battaglie a livello internazionale che fa l’Italia non sono in solitaria e alla don Chisciotte, perché non ci sono don Chisciotte contro i mulini a vento ma c’è un’Europa che deve essere più attenta su migranti e innovazione e su questo c’è condivisione con il governo americano (…) Se mi aspetto procedure di infrazione? Sì, ma per i Paesi che non hanno fatto la rilocation dei migranti”.