In Italia è allarme natalità, un problema che ha rivelato persino Elon Musk secondo cui “l’Italia non avrà più una popolazione se queste tendenze continueranno”.
Sicuramente ad incidere sulla decisione delle coppie a non fare i figli, pesano i costi per mantenerli. A tal proposito è Bankitalia che nelle Considerazioni finali del 2021 calcola che nel periodo 2017-2020, i nuclei familiari composti da due adulti e uno o più figli minori hanno speso in media poco più di 640 euro al mese per mantenere ogni figlio (un quarto della spesa media di una famiglia italiana.
Mantenere un figlio, tutti i costi
Il costo stimato dalla Banca d’Italia comprende gli acquisti di beni e servizi destinati esclusivamente ai figli (ad es. alimenti per neonati e rette scolastiche) e una quota dei consumi rilevati a livello familiare (quali le spese per l’abitazione e per i trasporti).
Quasi il 60% della spesa, sottolinea Bankitalia, è stato destinato a soddisfare bisogni primari (alimentari, abbigliamento e spese per la casa, istruzione e salute). Nel Mezzogiorno la spesa per figlio è risultata inferiore rispetto al Centro Nord; l’incidenza sulla spesa media delle famiglie è tuttavia simile nelle due macroaree.
Bankitalia ricorda che dallo scorso marzo è iniziata l’erogazione dell’assegno unico e universale (AUU) per rafforzare le misure di sostegno economico ai nuclei con figli. L’ammontare massimo dell’AUU, è la conclusione, sarebbe sufficiente a sostenere, a seconda dell’approccio di stima, tra un terzo e la metà circa delle spese necessarie alle famiglie nel primo quinto di reddito per mantenere un minore.
Secondo l’ultima rilevazione dell’Inps, sono 8.091.275 i figli per i quali è stato richiesto all’istituto di previdenza l’assegno, corrispondenti a 5.049.157 domande inoltrate al 30 maggio. La media di figli per domanda è di 1,6.
Se non verrà invertita la rotta della natalità con misure strutturali nel 2050 l’Italia avrà 5 milioni di abitanti in meno. Lo ha affermato il presidente dell’Istat Gian Carlo Blandiardo illustrando alcuni dati agli Stati generali della natalità.
Stando ai numeri raccolti dall’istituto, nel 2050 solo poco più di una persona su due sarebbe in età da lavoro, con un 52% di persone tra i 20 e i 66 anni che dovrebbero provvedere sia alla cura e alla formazione delle persone sotto i venti anni (16%), sia alla produzione di adeguate risorse per il mantenimento e l’assistenza ai pensionati (32%). In questo quadro le nascite annue potrebbero scendere nel 2050 a 298 mila unità. “Si era detto l’obiettivo di almeno 500mila nati” ha affermato Blandiardo. “Nelle nostre previsioni questo obiettivo, se andiamo a guardare le tendenze, lo potremo raggiungere nell’arco di 40/50 anni. Il vero sforzo è arrivare a questo risultato in tempi decisamente più ravvicinati”.