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Marchionne: Fiat in Italia, a costo di utilizzare i guadagni fatti all’estero

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Sergio Marchionne, in poche righe di comunicato lei ha seminato il panico sul futuro della Fiat in Italia, poi se n’è andato in America senza spiegare niente. Qui ci si interroga sul destino di stabilimenti, famiglie, comunità di lavoro, città. Cosa sta succedendo, e che cosa ha in mente?
“Sta succedendo esattamente quello che avevamo detto alla Consob un anno fa. Ho dovuto ripeterlo perché attorno a Fabbrica Italia si stava montando una panna del tutto impropria, utilizzando il nome della Fiat per ragioni solo politiche: a destra e a sinistra, perché noi siamo comunque l’unica realtà industriale che può dare un senso allo sviluppo per questo Paese. Capisco tutto, ma quando vedo che veniamo usati come parafulmine, non ci sto, e preferisco dire la verità”.
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La sua verità, allora?
“Semplice. La Fiat sta accumulando perdite per 700 milioni in Europa, e sta reggendo a questa perdita con i successi al’estero, Stati Uniti e Paesi emergenti. Queste sono le uniche due cose che contano. Se vogliamo confrontarci dobbiamo partire da qui: non si scappa”.
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Qui sta la sua responsabilità nei confronti del Paese?
“In questa situazione drammatica, io non ho parlato di esuberi, non ho proposto chiusure di stabilimenti, non ho mai detto che voglio andar via. Le assicuro che ci vuole una responsabilità molto elevata per fare queste scelte oggi”.

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Roma, 17 set. (TMNews) – Fiat è un’azienda privata ma per quello che le ha dato il paese “si può definire anche pubblica”. . Lo ha detto Diego Della Valle intervenuto a l’Infedele parlando della decisone della Fiat di ritenere superato il piano Fabbrica Italia.

“Il fatto che si tenti per far passare per fatto normale che un impegno importante preso con il paese, con gli italiani e soprattutto con i lavoratori, sia diventato un pourparler e si potrà ridiscutere quando ce ne sarà il tempo, questo è un comportamento che non è condivisibile da imprenditori seri, in un momento così complicato, in un momento in cui il rapporto del mondo del lavoro deve essere di tutt’altra nautra”.

Per Della Valle serve invece ora un patto tra lavoratori e imprenditori “che chiarisca che faremo tutto il possibile per venir fuori da una situazione complicata”. La Fiat per Della Valle è “un’azienda che oggi tutti definiscono privata ma che molti di noi possono definire in parte anche pubblica per tutto quello che il paese ha dato a questa famiglia, e oggi si dimentica, al di là della crisi che è vero che c’è, che ci sono cosa da fare per il paese che non sono solo legate al bilancio dell’azienda o a quello che conviene di più ai loro azionisti”.