TORINO/MILANO (WSI) – “Questa non è più la Fiat che gli Italiani conoscevano”. Per Sergio Marchionne, intervenuto al convegno Quattroruote su “Quale futuro per l’auto in Italia”, presenti on Alberto Bombassei, Jasques Bousquet e Gianluca Camplone, Fiat oggi è come il figlio che il padre non riconosce più: semplicemente diversa da quella che è stata per decenni per milioni di Italiani. Perché se non cambiava rischiava di morire.
“Se Fiat non poneva fine all’isolamento – ha detto fra l’altro Marchionne – metteva a rischio il suo futuro: questa non può essere una colpa. Fiat è oggi aperta, globale, lontana dall’idea che tanta parte dell’opinione pubblica può avere. Ma intendiamo fare la nostra parte per la crescita dell’Italia. Ci sarà sempre un pezzo di Italia in ogni Fiat che andrà in giro nel mondo”.
La Fiom intanto dice di avere paura che per via di questa internazionalizzazione dell’azienda centinaia di persone saranno lasciate a casa. Ma l’AD ha provato a tranquillizzare i sindacati dell’auto: “Grazie ai nuovi investimenti Fiat vede nell’arco di 3-4 anni una piena occupazione negli stabilimenti italiani”.
L’auto elettrica? Troppo costosa e pericolosa per l’ambiente
“Quella dell’elettrico è un’operazione che va fatta ma senza imposizioni di legge – ha detto Marchionne – Per ridurre le emissioni nei centri urbani è utile combinare le attuali tecnologie disponibili, a cominciare da quella del metano nella quale l’Italia dispone di competenze all’avanguardia. Il metano è l’unica scelta in grado di garantire da subito effetti positivi sull’ambiente e praticabili con vantaggio per gli utenti”.
L’accordo Ue-Corea
“In un mercato disastroso come quello del 2012, gli unici che hanno aumentato le vendite in Europa sono i coreani, grazie all’accordo squilibrato negoziato a suo tempo dall’Ue – ha detto Marchionne – Ora si sta negoziando l’intesa con il Giappone: senza parità di condizioni, in Europa sono a rischio decine di migliaia di posti di lavoro nel settore auto”.
Gli investimenti in Italia
“Il 30 ottobre abbiamo illustrato ai sindacati e agli analisti un piano coraggioso per contrastare la crisi, avviare nuove produzioni. La situazione attuale non è più sostenibile a lungo. La sicurezza finanziaria ci deriva dalle attività extraeuropee per proteggere le nostre attività in Italia”, ha aggiunto Marchionne alludendo alle ottime performace Fiat in Brasile e Chrysler in Nord America.
Ricollocarsi
“Abbiamo ripensato il nostro business puntando sui segmenti più alti e meno affollati con i marchi premium del Gruppo: è una scelta coraggiosa e non priva di rischi. Risponde al senso di responsabilità di Fiat verso il Paese”, ha detto Marchionne insistendo sul valore di marchi come Ferrari e Maserati e sul Kow how tecnologico del Gruppo.
Uscire dalla mischia
“Qualunque investimento in Europa con sbocco solo europeo sarebbe una strategia suicida. Fiat e Chrysler insieme sono una realtà industriale profondamente diversa rispetto a 3 anni fa: i mercati di riferimento sono extraeuropei. Vogliamo toglierci dalla mischia dei marchi generalisti puntando su marchi premium. Dobbiamo fare degli stabilimenti italiani una base per veicoli destinati ai mercati di tutto il mondo: si tratta di 17 nuovi modelli”.
Investimenti
“A Melfi investiremo più di un miliardo di euro e produrremo la nuova 500 X e una Jeep. Poi annunceremo le novità per lo stabilimento di Grugliasco”. “Se Fiat ce la farà avremo dimostrato che l’Italia è ancora un Paese dove si può fare industria”. (RaiNews24)