MILANO (WSI) – La FCA potrebbe comprare la Volkswagen. In merito al recente dieselgate, lo scandalo che si è abbattuto sulla casa di Wolfsburg colpevole di aver installato sulle sue vetture a diesel un software che trucca le emissioni di Co2, Sergio Marchionne ha detto la sua in merito.
“Non c’è nessun complotto, ma c’è stato un difetto tecnico nella maniera in cui la vettura è stata ingegnerizzata (…) non credo che modifichi niente. Dal punto di vista industriale, questa crisi ripropone l’esigenza di condividere le scelte in modo aggregato, per evitare che si creino pressioni eccessive sulle aziende per arrivare al successo a qualsiasi costo (…) Io non avrei fatto come loro cioè cercare di gestire un’azienda globale con la centralizzazione delle decisioni. In Fca abbiamo una gestione molto più distribuita: la mia ingerenza c’è, viaggio molto, ma sarebbe una cavolata centralizzare tutto a Torino o Detroit. Abbiamo una condivisione di ma la gestione operativa è decentrata”.
E in merito ad un possibile acquisto di qualche asset della casa automobilistica tedesca c’è una possibile speranza, non escludendo quindi in toto un’Opa ostile sui General Motors.
“Dipende da cosa vendono. Certo io come Fiat Chrysler la Ducati non l’avrei mai comprata, e certo non ho nessun interesse per una squadra di calcio. E anche Bugatti non credo abbia aggiunto molto al gruppo”.
Immediato il commento degli analisti di Banca Imi, con rating add e target price a 15,67 euro confermati sul titolo FCA, che si dichiarano convinti che il consolidamento sarà il “nome del gioco” nel 2016 per l’industria automobilistica, anche se le sfide e rischi di esecuzione sono alti e comunque ritengono che un potenziale deal che coinvolga FCA sia più probabile verso la fine del 2016″.
“Le dichiarazioni di Marchionne non sono una particolare sorpresa. Mentre crediamo che una potenziale fusione con General Motors rimanga la migliore opzione per FCA non escludiamo un potenziale deal con Volkswagen a seguito dei recenti problemi del gruppo dopo il dieselgate nonché a livello di cda”.
Il manager del Lingotto poi sottolinea come il rallentamento cinese produce effetti anche sui brand come Maserati e Ferrari per cui occorre riprogrammare le uscite, annunciando anche possibili ritardi di qualche mese per i lanci di Alfa. Per quanto invece riguarda il target per la Jeep sono rivisti al rialzo probabilmente da 1,9 a 2 milioni di pezzi al 2018.