Cura del cliente, rispetto e massima dedizione al lavoro. Sono queste le carte vincenti del marchio riconosciuto come eccellenza dello stile Made in Naples
A cura di Margherita Calabi
Il regista gentiluomo Luchino Visconti ne ordinava a bizzeffe, con lo sfondo blu e rosso, sfoderate come foulard che coordinava a fazzoletti da taschino in seta indiana. L’armatore dal patrimonio sconfinato Aristotele Onassis invece ne comprava dodici alla volta, sempre nere, per scoraggiare i suoi interlocutori. Le cravatte
E. Marinella sono sempre state indossate dagli uomini più celebri ed eleganti e oggi il marchio è ambasciatore dello stile Made in Naples nel mondo. Nel libro delle firme custodito nella boutique partenopea compaiono gli autografi di teste coronate, presidenti di stato, politici, imprenditori e personaggi illustri come John Fitzgerald Kennedy, Bill Clinton, re Juan Curalos di Spagna, François Mitterand, Carlo d’Inghilterra e Gianni Agnelli.
Il Marinella-pensiero. La cura del cliente, il rispetto, la dedizione al lavoro sono i valori portati avanti dai tempi di Eugenio Marinella che, nel 1914, decise di inaugurare un negozio in Piazza Vittoria, sulla riviera di Chiaia a Napoli. È qui che le personalità della high society amavano fare lunghe passeggiate davanti al mare. “Il cliente Marinella deve sentirsi a proprio agio, deve essere consapevole che da noi sarà seguito sempre, prima, durante e dopo la sua scelta” spiega Maurizio Marinella, nipote di Eugenio, che oggi tiene le redini dell’azienda e che ogni mattina alle 6.30 apre il negozio e accoglie le persone con una tazza di caffè. “Molti dei nostri clienti, ormai amici, sono persone che passano in negozio anche solo per fare due chiacchiere. La vendita non è mai spinta, il cliente deve essere assecondato e discretamente consigliato”.
Negli anni l’azienda ha saputo guardare al futuro senza tralasciare le esperienze e i valori del passato. Nel mondo Marinella “le mode sono considerate ma sono adattate alla nostra identità che non vogliamo perdere. Credo che questo sia uno dei segreti della nostra longevità.” E poi c’è la famiglia, un grande punto di forza. “L’azienda ne è parte integrante e il lavoro fatto con il cuore, con l’impegno di quattro generazioni (oggi accanto a me c’è mio figlio Alessandro), ha un valore maggiore e paga sempre” dice Marinella.
Le stoffe e il su misura. La scelta delle stoffe inglesi è prettamente legata alla storia del marchio che, sin dalla nascita, voleva proporsi come piccolo angolo d’Inghilterra a Napoli, partendo dal presupposto che all’epoca l’uomo elegante si vestiva all’inglese. Il pregio delle sete, che vengono stampate in Inghilterra in esclusiva per E. Marinella, è legato innanzitutto al territorio e al clima presente in quei luoghi. Ancora oggi Maurizio Marinella si reca personalmente nel famoso setificio a Maxfield e arricchisce i modelli con la sua creatività, dando precise indicazioni sui pattern. L’azienda, che produce 150 cravatte al giorno, è famosa per i suoi piccoli disegni geometrici e a fiorellini, considerati i grandi classici. Ma ci sono anche disegni cashmere, piccoli animali, disegni più ampi e molto fitti per soddisfare gusti ed esigenze. E poi la collezione Archivio, nata nel 2016, realizzata con le fantasie ideate dal 1930 al 1980.
“Le cravatte sono cambiate nel tempo, a inizio secolo erano più leggere con disegni molto larghi ed erano decisamente più corte. Oggi le cravatte sartoriali ready-to wear sono lunghe 1,48 x 8,5 centimetri”. Da Marinella il cliente può anche farle realizzare su misura “la cravatta denota personalità, esprime l’umore oltre a dare eleganza. Poter scegliere un tessuto, innamorarsi di un disegno e poi vedere quel semplice quadrato di stoffa diventare prodotto è un’esperienza emozionante” racconta Marinella. “A questo si aggiunge la consapevolezza di ricevere un prodotto completamente realizzato a mano, sin dalla stampa delle sete, con una manifattura tutta napoletana.” Ancora oggi l’azienda non ha per scelta un e-commerce ma preferisce prendere gli ordini in modo più classico, via telefono, per prediligere il rapporto umano.
Il giro del mondo e i mercati. Il marchio ha cominciato a fare il giro del mondo negli anni ’80 quando Francesco Cossiga, allora presidente della Repubblica, prese l’abitudine di portare in dono ai capi di stato, nelle loro visite ufficiali, una scatola contenente cinque cravatte E. Marinella. Oggi i mercati di riferimento sono l’Italia e il Giappone, ottimi i risultati in Francia, nei Paesi Scandinavi e nel Benelux. Si punta al mercato americano che apprezza molto il prodotto: il brand è presente a New York nel grande magazzino di lusso Bergdorf Goodman e in Canada.
Lo scorso anno l’azienda è stata l’unica realtà italiana invitata dal MoMA di New York a esporre le proprie cravatte nella mostra
Items: Is Fashion Modern?. Il brand è presente a Milano e a Tokyo con due boutique, a Londra con una e nel 2017 ha inaugurato lo store di Roma, a due passi dal Quirinale. “Abbiamo, ovviamente, progetti di espansione per il futuro ma valutiamo volta per volta. Quando apriamo una sede dobbiamo sapere coscientemente di poter soddisfare pienamente la richiesta del mercato” spiega Marinella.
L’uomo Marinella. Il cliente Marinella è un uomo elegante che si esprime attraverso la cura del dettaglio e la ricerca degli accessori. Non è mai esagerato ma ha un tocco speciale che lo contraddistingue. “Guardiamo anche ai giovani, cerchiamo di trasmettere un messaggio positivo circa le cravatte che non devono essere considerate un accessorio rigoroso” racconta Marinella. “Non siamo sempre per la cravatta in ogni occasione ma riteniamo giusto che alcune situazioni la richiedano. Indossare una cravatta significa dare rispetto a chi ci è intorno, al nostro interlocutore”. Napoli ha un’antica tradizione artigianale e sartoriale e Marinella più che ogni altro sa che sono ben riconoscibili i prodotti realizzati in questa città. “Oggi ognuno è cittadino del mondo e le influenze e gli stili sono dettati da più parti. Resto convinto, però, che il made in Italy abbia sempre un grande valore e uno stile riconoscibile. Gli uomini eleganti sanno bene quali sono i loro punti di riferimento” conclude.
L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di luglio/agosto del magazine Wall Street Italia.