Nella conferenza stampa di inizio settembre il premier Mario Draghi ha fatto il punto sull’andamento della campagna vaccinale, sull’economia italiana e i green pass, insieme ai ministri Gelmini, Speranza, Bianchi e Giovannini.
Allo studio obbligatorietà per vaccini
Sul tema dei vaccini il presidente del Consiglio ha confermato che verrà raggiunto l’80% di vaccinati entro settembre. “Ribadisco l’invito a vaccinarsi, è un atto di protezione. La campagna vaccinale è stata abbracciata con grande entusiasmo dai giovani” ha sottolineato il premier.
Incalzato dalle domande dei giornalisti Draghi ha chiarito che è allo studio l’introduzione dell’obbligo vaccinale e poi la somministrazione della terza dose iniziando da anziani e soggetti fragili.
Sull’applicazione del Green Pass Draghi ha evidenziato che “mi pare stia andando bene, così come la preparazione concernente i trasporti – anche su questo il Ministro Giovanni dirà qualcosa dopo. Naturalmente vi saranno sempre dei casi in cui ci saranno le fotografie dei mezzi pieni, oppure delle cose che non vanno ma, in generale, l’impressione è che la preparazione sia stata accurata, ben fatta, che insomma il Governo non abbia “passeggiato” – come dice qualcuno – durante l’estate.”
Sul nodo dell’estensione del Green Pass, Draghi ha sottolineato “Faremo una cabina di regia, come chiesto da Salvini. Il ministro Speranza ed io ne stiamo discutendo: l’orientamento è che l’uso del Green pass verrà esteso. Il punto è a chi, non se”. E sulla Lega contro il Green pass: “Il governo va avanti”.
Il ministro della Salute Speranza ha poi chiarito che la situazione epidemiologica è stabile. “La campagna di vaccinazione è la vera arma che abbiamo, abbiamo superato il 70% della popolazione vaccinabile che ha completato il ciclo – ha detto Speranza – il segnale più bello sta arrivando dai più giovani. La priorità assoluta è l’apertura delle scuole”.
Mario Draghi: economia in ripresa, focus sulle riforme
Sui temi economici il premier ha evidenziato che “la congiuntura italiana continua a crescere più delle aspettative, anche questo ci dà un po’ di incoraggiamento, basta andare a vedere le cifre che il MEF aveva previsto nei documenti ufficiali a marzo di quest’anno. Quindi anche questo ci dà un po’ di incoraggiamento”.
“Il mercato del lavoro va bene: ci sono circa – se non sbaglio – mezzo milione di occupati in più” ha chiarito Draghi precisando poi che “l’occupazione in generale non mostra segni di cedimento. Anche lì naturalmente vi sono situazioni riprovevoli per il modo in cui sono state condotte e anche lì il Governo dovrà intervenire caso per caso, ma generalmente la situazione è favorevole”.
“Bisogna fare due osservazioni però – ha sottolineato il presidente del Consiglio – la prima è che non credo vaga la pena di compiacersi troppo di queste cifre, perché è vero che sono alte, è vero che l’economia italiana non le vedeva da non so quanti decenni ma è anche vero che noi siamo caduti, che il nostro prodotto è caduto in una maniera che non si vedeva da molti decenni in Italia nel 2020, quindi questo è in parte un grande rimbalzo, che sta avvenendo un po’ in tutti i Paesi e chi è caduto di più rimbalza di più e chi è caduto di meno rimbalza di meno”.
“La vera sfida verrà poi nei primi due trimestri dell’anno prossimo: riuscire a mantenere un tasso di crescita considerevolmente più elevato di quello che si aveva prima della pandemia, è lì che si giudicherà veramente la capacità dell’economia italiana di trasformarsi e di diventare strutturalmente più solida ma intanto sicuramente son buone notizie quelle che vediamo” ha precisato Draghi.
Dopo di che il presidente del consiglio ha fatto il punto sulle riforme necessarie proprio per sostenere la ripresa e ricevere le prossime tranche del recovery plan dall’Unione europea.
“Sulle riforme il governo ha un’agenda molto fitta, dalla concorrenza alla giustizia. Poi dovremo affrontare il problema fondamentale delle politiche attive del lavoro. E’ prevedibile che molti settori dovranno ristrutturarsi”. I primi provvedimenti che il governo affronterà sono “le leggi delega di concorrenza e fisco, poi successivamente vedremo la parte delle politiche attive del lavoro e le altre riforme, quella degli ammortizzatori sociali. Poi pensioni e quota cento”.