A Cernobbio, in occasione del Forum Ambrosetti, si è fatto vedere e ha rilasciato interviste anche l’ex premier e attuale senatore a vita Mario Monti. E stavolta Mario Monti sembra essersi liberato dell’aplomb britannico che lo caratterizza. Monti non ha risparmiato critiche sia verso lo stesso studio Ambrosetti – che ha parlato di impatti positivi che le riforme del governo Renzi avranno sui consumi e sui redditi.- sia verso l’Unione europea.
Sulle riforme, Monti ha avuto un battibecco anche con Maria Elena Boschi, lanciando un monito e sottolineando che non bisogno caricare di aspettative eccessive la riforma costituzionale voluta dal governo Renzi. Rivolgendosi a Boschi ha affermato: “E non diciamo che ce la chiede l’Europa”. Monti si è scontrato con Boschi anche sulla validità dei modelli da imitare. L’ex presidente del Consiglio ha indicato come modello – per funzionamento delle istituzioni e composizioni – addirittura la Grecia. Il Ministro Boschi è esplosa: “Non la Grecia. Monti controreplica invitando a non dire che ‘questa riforma ce la chiede l’Europa, ma “ce la chiedono sia il buonsenso, sia gli italiani, da almeno 30 anni”.
Non è finita qui. Un Monti scatenato ha criticato anche l’Europa, puntando il dito contro la flessibilità che la Commissione Ue guidata da Jean-Claude Juncker ha accordato non solo all’Italia, ma “anche a paesi meno virtuosi di noi”, mettendo così a rischio la credibilità del Patto di Stabilità.
In tutto questo Mario Monti si becca una bella strigliata dal sito Formiche.net
“Intanto a Cernobbio, dove è di casa con tutti quegli ospiti del simposio annuale che porta il nome di Ambrosetti, l’ex presidente del Consiglio Mario Monti incita i suoi amici di Bruxelles, dove ha lavorato per anni come commissario europeo su designazione dei governi italiani di turno, a finirla con la storia della “flessibilità” reclamata e ottenuta da paesi troppo indisciplinati e spendaccioni come il nostro. Dove l’austerità, intesa come politica di tagli e sacrifici, cioè di vita più da tendopoli che da ville e appartamenti, dovrebbe essere maggiore e non minore. Si fa presto, caro presidente Monti, a chiedere più rigore, e a dolersi della scarsa credibilità orami acquisita dal cosiddetto patto di stabilità con tutte le deroghe permesse o in arrivo, per quanto riguarda l’Italia anche per il terremoto che la sta ancora danneggiando; si fa presto, dicevo, ad assumere posizioni tanto rigorose quanto impopolari stando al riparo di un remuneratissimo laticlavio. All’eà di 73 anni, che non sono pochi ma neppure tantissimi, come dimostrano gli ultranovantenni che gli fanno felicemente compagnia a Palazzo Madama e nei confortevolissimi uffici dell’attiguo Palazzo Giustiniani di Roma, Mario Monti percepisce già dal 9 novembre 2011 l’indennità parlamentare di una ventina di migliaia di euro mensili. Che si aggiungono naturalmente alle pensioni ch’egli si è meritatamente guadagnato, per carità, con i suoi diversi lavori: accademici, come dice la sua biografia targata Wikipedia, amministrativi e d’altro tipo ancora”