Marketing del cibo spazzatura: bambini a rischio, strategie per ingannare sui social
Le strategie di marketing delle compagnie che producono cibo spazzatura mettono a rischio lo sviluppo di una sana alimentazione nei giovanissimi; lo denuncia un report che arriva dall’Irlanda commissionato dall’Irish heart foundation.
Secondo il documento sono particolarmente preoccupanti le pratiche messe in campo sui social network, ambiti meno regolati in senso responsabile rispetto alla televisione.
Spesso la promozione avviene sotto forme velate, nelle quali non è facile comprendere l’obiettivo di vendita sottostante, e si avvale di testimonial di lusso, popolari fra gli adolescenti, per promuovere cibi ricchi di grassi, sale e zuccheri. Tutto questo tenta di “eludere l’abilità dei bambini a processare in modo cosciente che i post sono una campagna di marketing che punta a vendere”, scrive il report.
“Le compagnie di junk food stanno ingrandendo i già noti effetti della promozione che usa strategie basate sul coinvolgimento emozionale e sull’intrattenimento sui media digitali”.
Facebook è il terreno di caccia preferito per le società che puntano a quella fascia di 13-14enni facilmente sedotta dal cibo poco salutare: le pratiche comprendono l’uso dei like, dei tag, dei commenti e delle foto per cercare di coinvolgere i potenziali clienti. Vengono creati anche link forti sul profilo visivo, con l’uso dello humor o della competizione.
L’appello della ricerca è chiaro: “Il governo non ha alternative se non quella di regolare il digital marketing del cibo spazzatura. L’alternativa è lasciare che la salute a lungo termine dei bambini sia messo a grave rischio”.
Fonte: Irish Times