Marzo porta bene ai mercati azionari, a indicarlo non sono le superstizioni, ma l’esperienza storica e alcuni fattori tecnici; ne è convinto, Jeffrey Saut chief investment strategist presso Raymond James, che ritiene che il bottom del mercato statunitense sia stato raggiunto in febbraio. “La prima settimana di marzo dovrebbe mostrare l’energia interna del mercato ricostituita per tentare un nuovo picco”, scrive Saut in un report. A mostrarlo sarebbe l’indicatore S&P SPX, sul punto di tornare verso l’alto, ma anche una questione di tempismo. Il periodo compreso fra il 28 e il 6 del mese successivo si è spesso rivelato un periodo forte per l’azionario, in più il mese di marzo è stato in rialzo 42 volte contro 24 nella storia dello S&P 500, segnando guadagni medi dell’1,06% (secondo il sito di educazione finanziaria Moneychimp).
Non è, comunque, il mese più fortunato: ancora più favorevoli si sono rivelati dicembre, novembre e aprile. Ma sono i primi cinque giorni di marzo a indicare un trend ben preciso: dal 1950 i ritorni sono sempre stati positivi, afferma Saut. “Sono abbastanza convinto che il mercato stia puntando a un rialzo”, superando la resistenza attualmente collocata 1.950, nei prossimi giorni, attestandosi tra 2.000 e 2.040, afferma Saut. Ottimismi con cautele, tuttavia, poiché “il recente rally ha lasciato i mercati sovracquistati”.
Secondo Katie Stockton, chief technical strategist presso Btig, se il mercato non dovesse vincere le pressioni sulle vendite a breve termine (e superare la resistenza a 1.980) e difficile aspettarsi rialzi fino a che l’indice non sia ritornato sotto 1.820.
Al momento lo S&P 500 è a quota 1.932 a seguito di un lunedì sottotono.
Fonte: MarketWatch