Economia

Marzo nero per Stellantis: quota di mercato in Europa scende sotto il 20%

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Perde posizioni Stellantis in Europa (Unione europea + Paesi Efta e Uk) nel mese di marzo. Lo scorso mese il gruppo italo francese ha registrato una flessione delle immatricolazioni di auto nuove (-30,3% in meno dello stesso mese del 2021 a 203.515 auto), il gruppo delle quattro ruote ha visto la quota di mercato scendere al al 18,1% dal precedente 21%.

Stellantis, cosa è successo a marzo

Il dato emerge dal monitoraggio mensile delle immatricolazioni da parte dell’associazione europea dei produttori Acea. Nel primo trimestre del 2022 le immatricolazioni del gruppo Stellantis riferite allo stesso insieme di Paesi sono diminuite del 21,7% a quota 523.977 unità.

I risultati di Stellantis a marzo risultano peggiori della media del mercato. Complessivamente a marzo 2022, le immatricolazioni di autovetture nell’Unione Europea hanno continuato a diminuire con 844.187 unità vendute e un calo del 20,5%.

A pesare le interruzioni della catena di approvvigionamento, ulteriormente aggravate dal conflitto in Ucraina. Di conseguenza, la maggior parte i paesi della regione hanno registrato cali a doppia cifra delle vendite, inclusi i quattro mercati chiave: Spagna (-30,2%), Italia (-29,7%), Francia (-19,5%) e Germania (-17,5%).
Nel primo trimestre del 2022 le immatricolazioni di auto nuove sono diminuite del 12,3% rispetto alle stesse periodo dell’anno scorso, contando 2.245.976 nuove autovetture in totale. Tutti e quattro i maggiori dell’UE mercati in calo: Italia (-24,4%), Francia (-17,3%), Spagna (-11,6%) e Germania (-4,6%).

Stellantis blocca attività in Russia

I dati sulle immatricolazioni arrivano il giorno dopo la notizia delle sospensioni delle attività produttiva in Russia, dove lavorano circa 2mila dipendenti. Il gruppo ha comunque una esposizione limitata in Russia dove ha una quota complessiva di circa 1,5% del mercato auto russo.

La decisione, che riguarda lo stabilimento di Kaluga, comunicata attraverso una nota, è stata presa “in seguito al quotidiano rafforzamento delle molteplici sanzioni e alle difficoltà logistiche riscontrate”. Stellantis, aggiunge, “condanna la violenza e sostiene qualsiasi azione che possa riportare la pace”. Lo stop dello stabilimento russo era già stato annunciato dall’a.d. della multinazionale, Carlos Tavares, lo scorso 31 marzo al termine dell’incontro con i sindacati italiani.

A Kaluga, città vicino Mosca, venivano prodotti furgoni e veicoli commerciali ma dallo scoppio della guerra la fabbrica stava lavorando ad un livello molto basso, per la mancanza di componenti e per i problemi logistici dovuti alle sanzioni.

Tavares: “serve politica per ridurre costo auto elettriche”

Prosegue intanto il piano del gruppo per accelerare la produzione delle auto elettriche. Ne ha parlato in un’intervista al mensile Auto della Conti Editore, l’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, che prevede che nel 2030 il 100% delle auto vendute in Europa sarà soltanto elettrico: “non sono io che non voglio più costruire motori termici tradizionali, ma sono i politici e i cittadini dell’Unione Europea che hanno fatto questa scelta. I politici hanno deciso di togliere le auto dalle città e lo fanno sulla spinta dell’emotività dei cittadini che vogliono questo. Non è l’opinione dell’intera popolazione ma comunque di una maggior parte” ha spiegato il manager.

Su questo terreno non mancano le sfide. “La prima è essere sicuri che l’energia elettrica per caricare le batterie delle auto full electric venga prodotta in modo pulito. Attualmente non lo è. Altrimenti è inutile fare auto elettriche per abbattere le emissioni, si sposta soltanto il problema all’origine della produzione di energia invece che al tubo di scarico”.

C’è poi la questione del prezzo. “Oggi le elettriche costano il 50% in più, almeno, rispetto a quelle con motore endotermico. In questo serve anche l’aiuto della politica. Se si vuole avere un impatto significativo nella riduzione delle emissioni si devono diffondere tantissime auto elettriche, ma finché costano tanto non rimpiazzeremo la produzione di vetture tradizionali”.