Materie prime: beni rifugio per proteggere dall’inflazione. Il punto di Jupiter a Consulentia
Nel corso di Consulentia 2022, evento Anasf dedicato ai consulenti finanziari, si è parlato anche di materie prime e inflazione. Andrea Porro, Deputy Head Italy di Jupiter AM ha messo in evidenza i vantaggi dell’inserimento in portafoglio di questa asset class per proteggere i propri risparmi dalla crescita dell’inflazione.
In un contesto caratterizzato da inflazione elevata e da rischi geopolitici, i beni rifugio destano sempre più interesse tra gli investitori. Come diversificare il portafoglio con oro e argento?
L’oro e l’argento rappresentano il bene rifugio per eccellenza in termini reali perché permettono di proteggere dalla perdita di potere d’acquisto Detenere il metallo giallo rappresenta l’equivalente di un deposito “sul conto corrente” più sicuro del sistema.
Non dovrebbe quindi stupire che la principale voce degli attivi delle più importanti banche centrali mondiali sia proprio l’oro. Affiancare l’argento significa sfruttare la forte domanda per le sue applicazioni industriali in settori cruciali come quello tecnologico (per le sue qualità di conduttore è largamente utilizzato (ad esempio in pannelli solari) e in quello medicale (per le sue proprietà antibatteriche). Perciò riteniamo che gli investitori debbano considerare di costruire una marginale – ma stabile – esposizione ai metalli monetari. Un gestore attivo può sfruttare favorevolmente l’effetto del beta più elevato dell’argento e dei titoli azionari di società aurifere ed argentifere (le oscillazioni dell’argento e di tali titoli azionari sono amplificate rispetto a quelle dell’oro), creando più opportunità di generare alpha.
Con l’aumento dei prezzi delle materie prime energetiche, qual è la vostra view sugli investimenti sostenibili?
La crisi energetica sta ponendo sempre più attenzione alla transizione green, il che dovrebbe dare ulteriore impulso agli investimenti sostenibili che rappresentano uno dei trend strutturali più forti in atto nella nostra industria, sebbene non tutto il “verde” di cui si stanno tingendo i mercati è uguale. Jupiter è un pioniere in questo campo, avendo lanciato la prima strategia azionaria “ecology” nel 1988. Facendo leva su questa tradizione trentennale, abbiamo lanciato nel 2016 una strategia multi-asset Ecology, completando quest’anno la gamma di soluzioni art. 9 con un fondo obbligazionario Ecology.
Il nostro impegno ad ampliare l’offerta ESG per gli investitori obbligazionari ci ha spinto anche a lanciare la versione art. 8 della nostra strategia flagship flessibile, il Dynamic Bond ESG, che combina la ricerca delle migliori opportunità nel mondo fixed income al perseguimento di un’agenda positiva in termini di de-carbonizzazione e di UN SDGs.
Come dovrebbe essere composto un portafoglio per far fronte all’inflazione?
Una buona diversificazione è sempre la base da cui partire nella costruzione di un portafoglio e nel contesto attuale, come detto precedentemente, parte di questa diversificazione può venire dai metalli monetari. Guardando alla componente fixed income ci troviamo davanti a diverse soluzioni possibili: potrebbe essere interessante ricercare una esposizione indiretta alle materie prime attraverso emissioni corporate nei Mercati Emergenti, dove è localizzata grossa parte dei produttori. Anche la componente del credito presenta prospettive attraenti. Infatti, storicamente, nelle fasi di rialzo dell’inflazione il credito corporate high yield ha mostrato performance resilienti. Queste emissioni, inoltre, sono interessanti alla luce di spread ai massimi nell’ultimo decennio.
Per far fronte allo scenario attuale, però, sarebbe utile affidarsi a un gestore attivo che abbia la flessibilità per navigare dinamicamente tra queste asset class, evitando i rischi evidenti. Nel mondo del reddito fisso in particolare, la necessità di essere attivi è evidente: anche l’inclusione di una strategia veramente absolute return che possa prendere posizioni long/short su tassi, valute, credito e strumenti inflation linked permette di migliorare ulteriormente il profilo di rischio/rendimento di tutto il portafoglio. Guardando alla componente azionaria, infine, potrebbe essere interessante una rotazione verso uno stile value, che per composizione settoriale e minore sensibilità ai rialzi dei tassi può aiutare a diminuire ulteriormente l’impatto di un contesto inflattivo.