Mattarella con il noto stop al Governo detto del Cambiamento lancia chiari segnali
Ma anche le elezioni del 4 marzo erano state autrici di grandi segnali.
Che siano positivi o negativi sarà la storia a giudicare.
Quel che conta è il significato.
È la punta di un iceberg di un sistema che premia i ricchi per aiutare i poveri.
L’austerity ha portato a togliere ai poveri per non dare a nessuno.
Unica causa: le crisi economiche degli ultimi anni.
L’ultima rivoluzione industriale in Italia non c’è più.
Soli non ce ne sono più.
Il terreno è fertile per la nascita di nuove ideologie che trovano fondamento in chi aveva già in passato proposto ricette per innovare il sistema: Keynes.
Ed i partiti populisti intercettano necessità ed usano le ricette a loro uso e consumo.
Non serve inserire nei programmi oltre alla parola cambiamento anche la parola sviluppo, non avrebbe effetto sui più.
Mattarella fa quello che può fare, ma le responsabilità devono prenderle i partiti. Timidi tentativi giungono da più parti, ad esempio Confindustria. Ma occorre strutturare la controproposta politica non inseguire l’avversario sul suo terreno.
Una sola risposta può accettare il popolo: risultati
Risultati che devono essere partoriti da un nuovo sistema, non da una semplice OPA su un gruppo Parlamentare.
L’elettorato ha delle esigenze, che se non soddisfatte vengono acquistate a basso costo da un altro partito. Certo nessuno da la certezza del risultato. Ma occorre provare a farlo con idee nuove.
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