Si fa più salato il conto che Unicredit dovrà pagare alle Autorità Usa per aver infranto per aver effettuato transazioni con l’Iran dal 2002 al 2012, paese sottoposto a sanzioni. In base all’accordo raggiunto ieri, l’istituto di credito italiano e le due filiali tedesche e austriache si sono impegnate a corrispondere una somma complessiva pari a circa 1,3 miliardi di dollari a titolo di sanzione pecuniaria e ad implementare alcune policies e procedure correttive. Una cifra decisamente più alta rispetto alla cifra di 800 milioni in circolazione nei giorni scorsi.
“Le somme dovute da ciascuna delle banche – sottolinea un comunicato dell’istituto – sono interamente coperte dagli accantonamenti stanziati e, conseguentemente, l’ammontare oggetto dell’accordo transattivo finale porterà ad una liberazione delle risorse accantonate nel primo trimestre del 2019 a livello di gruppo, con un impatto positivo sul conto economico, al netto delle tasse, pari a circa 300 milioni e avrà un’ulteriore impatto positivo sul ratio CET1 di gruppo pari a circa +8,5 bps, in coerenza con quanto la banca ha comunicato in occasione della presentazione dei risultati relativi al terzo trimestre 2018 e al quarto trimestre 2018″.
“Unicredit – sottolinea ancora il comunicato – collaborano da numerosi anni alle indagini condotte dalle autorità statunitensi e dello Stato di New York, anche condividendo i risultati di ampie indagini svolte internamente, e rimangono impegnate al fine di garantire una collaborazione continuativa e a livello globale con le autorità competenti”.