Il nuovo accordo proposto alla Camera dei Comuni da Theresa May è un po’ un surrogato dei precedenti, ma per ora è accolto con favore dai mercati finanziari. È un testo che mira ad accontentare un po’ tutti. Oltre ai Labouristi, May spera di convincere difatti i Tories dissidenti, brexiteers della prima ora.
Nello specifico, il “new Brexit deal” contiene degli obblighi legali futuri perché il governo ceda un maggiore controllo al Parlamento nel secondo round di negoziati con l’UE. Sono presenti inoltre delle clausole di salvaguardia, volte a ridurre le chance che scatti il backstop al confine irlandese, una misura pensata per evitare un confine duro che però non piace ai falchi della Brexit e ancor meno al partito nordirlandese conservatore alleato di May al governo.
L’opposizione da parte sua potrà avere la possibilità di votare a favore dell’opzione di mantenere il Regno Unito all’interno dell’unione doganale con l’Unione Europea. May ha anche offerto delle rassicurazioni perché vengano preservati i diritti dei lavoratori e perché vengano rispettati gli stand ambientali.
No deal scongiurato e Londra forse nell’unione doganale
In tutto questo la leader dei conservatori e del governo non ha specificato quando e se si dimetterà. Ma sui mercati quello che conta attualmente non è tanto l’incertezza politica domestica, quanto piuttosto l’idea che si possa arrivare a una soluzione ‘soft’ del divorzio dall’Europa unita.
I piani di May ridanno speranze alla sterlina britannica, che riduce le perdite sul Forex dopo che May ha annunciato i suoi piani (vedi grafico sotto). Per via dei timori di un no deal divisa era in precedenza scivolata ai minimo di quattro mesi nei confronti del dollaro. La sterlina ha bucato la soglia di 1,27 dollari per la prima volta da metà gennaio. La valuta inglese era anche in calo rispetto all’euro, per la dodicesima seduta consecutiva.
Una delle idee di May che piace agli investitori è quella di dare ai deputati la possibilità, se il suo nuovo withdrawal agreement andrà in porto e incasserà l’approvazione di Westminster, di votare se indire o meno un secondo referendum sulla Brexit. Con questa scelta la leader dei conservatori spera di attirare i voti di alcuni membri dell’opposizione.