Si fa sempre più in salita la strada per il divorzio della Gran Bretagna dall’Ue. Dopo che ieri, Theresa May ha posticipato sine die il voto di ratifica ai Comuni sull’accordo sulla Brexit raggiunto a novembre fra Londra e Bruxelles, la premier britannica cerca ora sostegno di Angela Merkel per uscire dall’impasse in cui è finita.
Nella tarda serata di ieri, si è appreso infatti che May oggi sarà a Berlino per il vertice decisivo con la Cancelliera tedesca. In questo modo May si appella direttamente a quella che considera la leader di fatto della Ue, l’unica che a suo avviso può sostenerla nelle concessioni nei confronti di Londra e in grado di salvare di salvare il suo posto e la Brexit.
Tornado al rinvio del voto, la scelta di ieri era inevitabile: era chiaro che il compromesso non sarebbe mai passato a Westminster. E una sconfitta avrebbe potuto innescare una crisi di governo.
Il motivo del rinvio è quello di ridefinire le condizioni per l’attuazione del meccanismo del backstop sul confine irlandese per attribuire un ruolo al Parlamento britannico in modo da dare a questo strumento “legittimità democratica”, ha spiegato ieri la premier, insistendo comunque che l’accordo con la Ue garantisce “un’uscita negoziata” dall’Europa e sfidando coloro che sono contrari a proporre un piano alternativo “plausibile”.
La premier ha poi sfidato chi vuole un referendum bis “a dirlo chiaramente”, avvertendo che esso tornerebbe a “dividere il Paese” ha spiegato la stessa May alla Camera dei Comuni.
Intanto il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk ha convocato un summit dei 27 Paesi per giovedì chiarendo che l’accordo raggiunto con Londra non verrà rinegoziato.
“Il nostro assunto di lavoro resta che la Gran Bretagna lascerà l’Ue il 29 marzo 2019” e che l’accordo di divorzio sul tavolo sia “l’unico possibile”, “non rinegoziabile. La nostra posizione non cambia”, ha affermato una portavoce a Bruxelles, ribadendo che l’Unione Europea “si sta preparando a tutti gli scenari” e che comunque, anche dopo la sentenza della Corte Ue, al momento mancano le condizioni per la revoca dell’articolo 50 sul divorzio.