L’articolo è tratto dal magazine Wall Street Italia di giugno e fa parte del lungo dossier dedicato alla sostenibilità.
Il settore dei trasporti è uno dei più interessati e coinvolti a livello mondiale dalla spinta generale della sostenibilità. Il protagonista più importante in questo campo è la logistica, in un mondo dove gli scambi commerciali sono in continua crescita. Ma chi sta trainando la trasformazione della mobilità di persone e merci verso la sostenibilità? E soprattutto, dove stiamo andando? “I primi a dare un segnale concreto sono state le multinazionali: sono più di cinque anni che aziende come Ikea, Nestlè, Coca-Cola, Unilever e molte altre hanno messo al centro della loro value proposition l’abbattimento di Co2, di conseguenza le aziende di trasporto si sono dovute adeguare a questo nuovo paradigma” ci spiega Gianandrea Ferrajoli, che oltre a essere amministratore delegato Mecar, è presidente di Federauto Trucks in Italia e presidente del Cecra (Cev) a Bruxelles, ed è quindi un osservatore in prima linea di come sta cambiando il mondo dei trasporti.
“Alcuni costruttori si stanno già progressivamente allontanando dai propulsori tradizionali sviluppando soluzioni a minore impatto ambientale, come il Gas Naturale Liquefatto (Lng) per i veicoli pesanti e l’elettrico per i veicoli leggeri”. Dunque, il contributo che a sua volta può dare il settore dei trasporti al processo di raggiungimento dell’obiettivo alla base degli Sdgs dell’Onu di avere un mondo tutto sostenibile è fondamentale ed enorme. “I costruttori di veicoli industriali – conferma Ferrajoli – sanno di avere davanti la più grande sfida forse mai intrapresa: l’Agenda 2030 è estremamente sfidante e ha costretto tutti i player della filiera a rivedere le proprie strategie, i piani industriali e il prodotto. Ci sarà un primo obiettivo di mid-term per il 2025, dove i costruttori dovranno raggiungere il 15% di abbassamento a fronte di procedure penali importanti. È una grandissima opportunità per il settore della logistica e dei trasporti: poter diventare agente del cambiamento ed esempio virtuoso di un settore eco-sostenibile. Se la logistica riuscirà a cambiare pelle e a cogliere tutte le potenzialità delle energie rinnovabili potrà realmente diventare un game changer”.
La spinta normativa resta quindi un driver importante. Ma anche l’attenzione alla performance economica legata all’opportunità di cavalcare il cambiamento strutturale in corso può fare la differenza.
Per un’azienda del settore trasporti che impatto economico può avere la scelta di sposare la sostenibilità? Il presidente Federauto Trucks in Italia mette in chiaro come stanno le cose: “Sicuramente si sta formando un nuovo ecosistema in cui l’asticella si alza notevolmente e solo chi ha accesso al capitale, possiede un approccio manageriale e soprattutto ha previsto tanta formazione sulla propria workforce e anche su quella dei clienti, potrà trasformarlo in una profit stream importante.
Il governo, anche se a intermittenza, sta aiutando ogni anno la diffusione di questi mezzi nuovi attraverso degli incentivi che vengono puntualmente erogati con largo anticipo, questo significa che lo “trigger” dell’ecosostenibilità è scattato e che l’abbassamento delle Co2 è passato da un nice to have a un must have. In Mecar crediamo molto nel progetto a Lng, abbiamo inserito i primi furgoni elettrici a noleggio nella nostra startup MovingFast e la Mecar Academy sta focalizzando la propria offerta su questa parte dell’innovazione”.
Il lato economico è di sicuro fondamentale. Ma a questo si aggiunge il vantaggio che sposare la sostenibilità per un’azienda del settore motive potrebbe voler dire avere una forte visibilità positiva sul fronte della reputazione e della responsabilità aziendale. È effettivamente così? “Per mantenere una forte reputazione – spiega Ferrajoli – le aziende devono garantire la responsabilità sociale, fiscale, ambientale e del luogo di lavoro. In questo senso mi trovo molto d’accordo con la posizione espressa dal Ceo di BlackRock, Larry Fink, nella sua lettera agli azionisti ad inizio 2019: il mondo ha bisogno della nostra leadership e noi imprenditori dobbiamo dimostrare il nostro impegno verso la comunità sociale.
Il tema dell’ecosostenibilità ha fatto crollare quelle barriere e quegli interessi confassociativi che sono esistiti per decenni, creando un unico ecosistema dove non importa se il trasporto avviene via ferrovia, via mare o via strada, l’importante è che sia a basso impatto ambientale. È una cultura che si sta diffondendo in maniera esponenziale dove la logistica europea ha una grandissima responsabilità e di conseguenza un’enorme opportunità. Ho avuto modo di confrontarmi con il contesto internazionale per esempio con l’Associazione Jada a Tokyo, ho ricevuto la delegazione dei trasporti Usa e approfondito il contesto dei singoli mercati europei, ma devo dire che l’Italia ha una forte legacy nel settore della logistica e dei trasporti che la connota come un’eccellenza mondiale”.
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